demenza
Grave processo di decadimento delle facoltà intellettive. Il processo demenziale di solito coinvolge le capacità mnesiche, le facoltà propriamente creatrici dell’intelligenza e i processi di sintesi del pensiero. La d. differisce sostanzialmente dalle altre condizioni di debilità mentale (quale, per es., l’oligofrenia), dovute al mancato sviluppo delle facoltà psichiche e che determinano, anziché una perdita, una mancata acquisizione. Le malattie neurodegenerative (➔), dominate dalla sintomatologia clinica della d., rappresentano una vera e propria emergenza clinica e sanitaria per i Paesi più sviluppati, dove la qualità della vita e di salute, favoriscono età di sopravvivenza molto avanzate.
Dal punto di vista neurobiologico, nella d. avviene l’alterazione di alcuni gruppi o popolazioni neuronali cerebrali che perdono la capacità di comunicare, cioè di trasmettere o ricevere informazioni tramite il linguaggio elettrico o chimico tipico delle cellule nervose. Eventi patologici a carico delle sinapsi, insieme a modificazioni strutturali della citoarchitettonica e della morfologia dei circuiti neurali, si traducono in termini neurofisiologici e funzionali con la perdita delle capacità cognitive.
La d. rappresenta un evento che può essere connesso a qualsiasi encefalopatia che determini lesioni distruttive della corteccia cerebrale, indipendentemente dalla sua specifica natura. A seconda della causa determinante, la d. può essere reversibile o irreversibile. Possono presentare parziale o totale reversibilità soprattutto le forme da causa esogena (tossica, infettiva, avitaminosica, traumatica) o metabolica o passibile di terapia chirurgica (tumori, aneurismi cerebrali, ecc.). Le forme di d. meglio definite clinicamente sono costituite dal gruppo delle d. proprie dell’età involutiva: forme presenili, cioè la malattia di Pick (➔ Pick, Arnold) e la malattia di Alzheimer (➔ Alzheimer, Alois); la d. senile propriamente detta; la d. arteriosclerotica. L’alcolismo, nella grande maggioranza dei casi, più che un quadro demenziale determina un decadimento di tutta la personalità. Analoghe considerazioni possono essere fatte per l’epilessia grave. Sindromi demenziali possono osservarsi nei tumori cerebrali, specie in quelli frontali a lento decorso, nella sclerosi diffusa (malattia di Schilder), nella corea di Huntington, nella malattia di Creutzfeld-Jakob, nel parkinsonismo, nella pellagra, nell’idrocefalo normoteso. In quest’ultima condizione morbosa l’intervento neurochirurgico mirante a rimuovere l’effetto dell’occlusione liquorale può condurre a risultati molto favorevoli. Per quanto concerne, infine, la d. precoce e la d. schizofrenica, va osservato che si tratta di dizioni largamente usate, ma che non corrispondono al concetto di d. (➔ schizofrenia).
Connessa a processi degenerativi delle arterie encefaliche, la d. arteriosclerotica esordisce generalmente con una sintomatologia vaga (astenia, iperattività disforica, ecc.) che poi assume caratteri sempre più indicativi di un deterioramento psichico globale: facilità alla commozione e al pianto, accentuazione dei difetti del carattere con predominio delle appetizioni egoistiche, labilità della memoria e dell’attenzione. Negli stadi più avanzati, all’aggravamento di tali fenomeni si possono associare sintomi di focolaio: afasie, aprassie, agnosie.
Questa forma di d. è caratterizzata soprattutto da disturbi della memoria di fissazione (d. amnestica), ossia da amnesia per i ricordi recenti (che contrasta con la buona capacità di rievocazione dei ricordi lontani), e inoltre da disorientamento temporospaziale, incapacità di sintesi critiche anche elementari, grossolani errori nelle prestazioni pratiche abituali e in quelle del pensiero astratto. Solitamente, inizia dopo i 65 anni (riguarda circca il 10% della popolazione), nella fase cioè del decadimento senile. A tale disgregazione dell’attività psichica corrisponde un reperto anatomico di atrofia diffusa delle circonvoluzioni con alterazioni degenerative della corteccia (placche senili). Queste d. possono essere causate da diversi fenomeni patologici, alcuni reversibili, circa il 20% dei casi, ed il resto ad andamento inesorabile verso la neurodegenerazione.
Forma di d. senile che colpisce i soggetti più giovani. La forma di d. presenile più diffusa è quella caratterizzante la malattia di Alzheimer, ma l’insieme dei quadri patologici è numeroso.
La diagnosi differenziale delle forme di d. si fonda sui caratteri della sintomatologia e sull’età di insorgenza di questa, talora sui dati di laboratorio e su indagini strumentali: ecografia Doppler dei vasi epiaortici, tomografia computerizzata (TC), tomografia a emissioni di positroni (PET) e risonanza magnetica nucleare (RMN).