CANEVARI, Demetrio
Medico e bibliofilo genovese, nato il 9 marzo 1559, morto a Roma il 22 settembre 1625. Studiò filosofia a Roma, medicina e scienze naturali a Pavia; tornato in patria nel 1580, vi rimase quattro anni, prendendo nel frattempo gli ordini minori. Nel 1584 si recò di nuovo a Roma e vi esercitò per 41 anni la medicina, godendo della protezione di varî cardinali e poi di papa Urbano VII, che lo nominò suo protofisico.
Lasciò varî trattati di medicina: De rerum naturalium ortu atque nteritu (Genova 1583); De ligno sancto (Roma 1602); Morborum omnium qui corpus humanum affligunt methodus (Venezia 1605); Ars medica, rifacimento del precedente (Genova 1626); De primis rerum factarum natura principiis commentarius (Genova 1626). La sua raccolta di opere di medicina e filosofia (quella di opere giuridiche la lasciò al nipote Gian Luigi e fu dispersa) era di 5000 volumi: trasportata dopo la sua morte a Genova, fu affidata nel sec. XVIII ai gesuiti e ai padri somaschi; più della metà ne fu rubata, e la parte recuperata nel sec. XIX fu nuovamente affidata a quei religiosi e poi collocata presso l'Opera pia del sussidio Canevari, fondazione testamentaria del C.
Legature Canevari. - Alla biblioteca del C. si attribuì erroneamente, nel sec. XIX, la provenienza di una serie di legature che ancor oggi sono indicate col nome del C. Sono delle legature decorate con medaglioni a cammeo, raffiguranti Apollo stante su una biga tirata da due cavalli (uno bianco e uno nero) in atto di sferzarli mentre si inerpicano su una rupe in cima alla quale scalpita Pegaso. La biga, i finimenti dei cavalli e la clamide dell'auriga sono in oro; alcune nuvole e le ruote del carro in argento. Intorno, la leggenda ΟΡΘΩΣ ΚΑΙ ΜΗ ΛΟΞΙΩΣ (recte et non oblique). Tali legature sono in marocchino di colore vario, più spesso rosso, con i piatti decorati sobriamente a compartimenti di filetti e di fregi aldini pieni; il medaglione è disposto verticalmente oppure in senso orizzontale. Queste legature appartengono alla prima metà del sec. XVI e racchiudono opere della stessa epoca o anteriori; esse furono eseguite in Roma, e il Hobson ha supposto ragionevolmente che esse siano state fatte per Pier Luigi Farnese, figlio di Alessandro, poi papa Paolo III. Se ne conoscono oltre cento esemplari di formato in-8°, in-4° e in-folio; il nucleo più ricco è nella biblioteca dei Padri dell'Oratorio in Napoli.
Bibl.: G. Fumagalli, Di D. C., medico e bibliofilo genovese, in Bibliofilia, Firenze 1903-1904; P. Bellucci, Illustrazione di 22 ignote legature adespote erroneamente dette Canevari, in Bollettino del Bibliofilo, II, Napoli 1920; G. D. Hobson, Maioli, C. and others, Londra 1926.