DEMETRIO FALEREO (Δημήτριος ὁ Φαληρεύς)
Filosofo peripatetico, retore, importante uomo politico ateniese, vissuto nella seconda metà del IV sec. a. C.
Le fonti antiche ricordano con insistenza il gran numero di statue erette dagli Ateniesi a D. F., che governò la città dal 317 al 307 a. C. Plinio (Nat. hist., xxxiv, 27) narra che gli furono elevate 360 statue, poi distrutte quando perse il potere: Diogene Laerzio (v, 75) specifica che la maggior parte delle statue erano equestri. Si possono aggiungere le testimonianze di Strabone (ix, p. 398 [ed. Meinelke, 1921]), Plutarco (Praec. ger. reip., xxvii, 13), Dione Crisostomo (Orat., xxxiv, 41). Nessuna di tali statue ci è però sicuramente nota. Senza fondamento è, infatti, secondo il Laurenzi, la proposta del Mc Dowall di identificare con D. F. un ritratto di tipo lisippeo, di cui esistono copie a Copenaghen, nella Gliptoteca Ny Carlsberg, ed a Firenze. Il nome di D. F. appare anche su una delle tazze d'argento con danza macabra di Boscoreale, in cui l'esecutore ha voluto rendere più evidente il motivo della caducità umana attribuendo ad ogni scheletro il nome di un uomo illustre.
Un ritratto di D. F. è forse da riconoscersi in un frammento di una delle statue di uomini illustri che ornavano l'esedra del Serapeion di Memfi.
Bibl.: K. A. Mc Dowall, Some Greek Portraits, in Journ. Hell. Stud., XXIX, 1909, p. 93 ss., tav. 14; L. Laurenzi, Ritratti greci, Firenze 1941, pp. 38, 76, 102; K. Schefold, Die Bildnisse der antiken Dichter, Redner und Denker, Basilea 1943, 167, 191.