DEMETRIO I Poliorcete di Macedonia (Δημήτριος ὀ Πολιορκητής, Demetrius Poliorcētes; 336-283 a. C.)
Figlio di Antigono Monoftalmo, uno dei più arditi ed originali successori di Alessandro Magno. Un suo ritratto era a Delfi ed una statua ad Olimpia (Paus., x, 10, 2; vi, 15, 7), mentre si ricorda un quadro col suo ritratto, opera del pittore Theoros o Theon (Plin., Nat. hist., xxxv, 144). D. era dotato di singolare bellezza e di aspetto fiero (Plut., Dem., ii); lo scultore Teisikrates, discepolo di Eutykrates della scuola lisippea, ne avrebbe eseguito il ritratto (Plin., Nat. hist., xxxiv, 67). L'identificazione dell'immagine di D. si deve al Wolters che in una erma di Ercolano, ora a Napoli, dal confronto con una statuetta bronzea pure ercolanese, credette di ritrovare un tipo derivato da Alessandro; lo sguardo verso l'alto, le piccole corna entro la chioma che richiamano Zeus-Ammone, il confronto con le monete, sembrano confermare l'attribuzione. Altre due erme sembrano pure di D.: una del Laterano, che è stata identificata dal Graef e dallo Wace, ed una del Vaticano identificata dal Bernoulli e dallo Helbig (J. B. Wace, in Journ. Hell. St., xxv, 1905, p. 87; W. Helbig, in Röm. Mitt., iv, 1889, p. 196, n. 1). Il ritratto del Vaticano sembra indubbiamente il migliore della serie e si collega bene, per la semplicità tettonica e per la chiarezza dei particolari, con l'erma ercolanese. L'archetipo del ritratto può datarsi al 300 a. C.
Bibl.: Arndt-Bruckmann, Griech. u. röm. Porträts, nn. 351-355; P. Wolters, in Röm. Mitt., IV, 1889, p. 35; Kaerst, in Pauly-Wissowa, IV, 1901, c. 2769 ss., s. v., n. 33; J. Newell, The Coinages of Demetrius Poliorcetes, tavv. VII ss.; E. G. Suhr, Sculptured Portr. of Gr. Statesm., 1931, pp. 173-177; L. Laurenzi, Ritratti greci, Firenze 1941, p. 110, n. 50, tav. XVIII; K. Lange, Herrscherköpfe des Altertums, Berlino 1938, p. 50.