demondanizzato
p. pass. e agg. Privato dei caratteri mondani.
• Secondo [Joseph] Ratzinger, anche per reagire alla «diminuzione della pratica religiosa», al «crescente distanziarsi di una parte notevole di battezzati dalla vita della Chiesa», la vera risposta è tornare a interrogarsi se essa sia veramente fedele alla sua missione: e questo anche a dispetto delle «pretese» e dei «condizionamenti del mondo», contro i quali il Papa ha indicato il modello di una Chiesa «demondanizzata». (Marino Collacciani, Tempo, 26 settembre 2011, p. 8, Cronache) • in attesa di tempi migliori, suore e sacerdoti di altra nazionalità, con una scelta rivelatasi assai miope e motivata soprattutto da pregiudizi anticubani coltivati nelle rispettive patrie, preferirono abbandonare l’Isola. Ne è risultata una Chiesa demondanizzata, senza fardelli di privilegi materiali e di collateralità politiche, sobria, con chiara identità di fede testimoniata e che, con coraggiosa prudenza, ha puntato sulle comunità di base conducendo a buon esito le migliori istanze della teologia della liberazione: unità, apertura e incarnazione nel popolo. (Filippo Di Giacomo, Unità, 29 dicembre 2011, p. 21) • La tesi di Pierre Hadot, espressa nelle conversazioni con J[eannie] Carlier e A[rnold] I. Davidson raccolte in «La filosofia come modo di vivere», è che il passaggio da un sapere filosofico orientato alla formazione, ed anche alla trasformazione etica degli uomini, come quello del mondo greco, al pensiero moderno, di carattere gnoseologico e oggettivo, è ormai irreversibile. A dividerli è proprio quell’esperienza cristiana, rivolta alla sfera trascendente e dunque demondanizzata, che poi si è secolarizzata in un sapere di tipo teoretico, con le eccezioni che conosciamo ‒ da Marx a Nietzsche, da Rousseau a Wittgenstein. (Roberto Esposito, Repubblica, 23 luglio 2012, p. 33, Cultura).
- Derivato dal p. pass. e agg. mondanizzato con l’aggiunta del prefisso de-.
- Già attestato nell’Unità del 21 gennaio 1983, p. 9, Cultura Spettacoli (Aldo Zanardo).