DENTE (XII, p. 622)
La nozione dì dente è stata, secondo la patologia e l'anatomia patologica moderne, superata dal concetto di odontone o unità dentale, espressione parallela a quella di organo dentale. Secondo tale denominazione s'intende, oltre il dente, quel complesso di tessuti di diversa struttura ed aspetto che costituiscono l'apparato detto paradenzio, che tiene in rapporto statico e dinamico diretto il dente con l'osso mascellare. Per odontone, quindi si ritiene non solo il dente, ma il dente con il suo apparato di fissazione che ha preso il nome di paradenzio. Il concetto di odontone sarebbe uguale a quello di neurone, di osteone, unità anatomiche bene individuate.
Dente e paradenzio embriologicamente concrescono e il paradenzio si elimina con la caduta del dente dall'osso mascellare, poiché l'evoluzione fondamentale del dente si svolge con un'eruzione dall'interno dell'osso mascellare fino ad arrivare al piano gengivale, perforandolo. In seguito all'eruzione della corona si ha quella della radice, fino a quando l'epitelio di nuovo si richiude e il dente cade.
Le diverse forme dei denti sono ben descritte dall'anatomia con cognizioni ben note e precise.
Denti artificiali. - Sono costituiti generalmente da porcellana e da resine. Questi ultimi si sono diffusi durante la seconda Guerra mondiale, per la mancanza di altri materiali, e si costruiscono con resine acriliche o con resine stiroliche o con resine fenoliche: si tratta di mezzi artificiali che vengono montati su apparecchi di sostegno e integrano gli elementi dentarî perduti. Non sembrano però all'altezza dei denti di porcellana e degli altri sistemi di denti artificiali adoperati prima dell'impiego delle resine. Così è da ritenersi che, dopo i primì successi (1939-43), non avranno largo impiego (a meno che non si migliorino fondamentalmente ì materiali); saranno invece proficuamente impiegati palati di resina come supporti di denti artificiali.
Bibl.: S. Palazzi, Manuale di terapia dentaria, ortodonzia ed odontotecnica, Milano 1947.