deradicalizzare
(de-radicalizzare), v. tr. Sottrarre all’influenza di concezioni radicali.
• Permettetemi di dedicare alcune righe al punto di vista britannico. Nel 2007, nel Regno Unito, ci sono stati 203 arresti con l’accusa di terrorismo, quasi tutti collegati con il fondamentalismo islamico. È possibile aprire il giornale (l’«Independent») e leggere di tre casi sventati di jihadismo in un solo giorno (24 maggio 2008). L’obiettivo principale della Quilliam Foundation, recentemente istituita, è quello di «de-radicalizzare» i giovani musulmani britannici. (Martin Amis, trad. di Antonella Cesarini, Repubblica, 9 settembre 2008, p. 1, Prima pagina) • La notizia della marcia indietro di una delle figure del salafismo locale più in vista, 30 anni, predicatore della moschea Sunnah, è stata data da «Libération». Sono una ventina in tutto a seguire questo corso di 120 ore, che si concluderà a febbraio e il cui scopo è spiegare le regole del vivere civile e sociale francese, i principi di laicità. Lezioni volute dal ministero dell’Interno per deradicalizzare imam e fanatici. (E. A., Avvenire, 22 settembre 2016, p. 15, Mondo) • Nella seconda parte [del primo Rapporto della Commissione di studio sul «Fenomeno della radicalizzazione e dell’estremismo jihadista»] si cerca di indicare alcune linee guida, «cosa fare per evitare il fenomeno e come intervenire per deradicalizzare». È chiaro, ha spiegato [Lorenzo] Vidino, che «la repressione, che finora ha funzionato molto bene, non basta più. Quello che serve è una prevenzione anche soft che va ad intercettare processi di radicalizzazione ancora in fase embrionale». (C[laudia] Fus[ani], Unità, 6 gennaio 2017, p. 3).
- Derivato dal v. tr. radicalizzare con l’aggiunta del prefisso de-.
- Già attestato nella Stampa Sera del 2 novembre 1981, p. 10 (Mario Ciriello).