deregolamentazione
Rimozione di norme legislative, licenze e regolamenti che ostacolano il libero agire del mercato.
La d. (ingl. deregulation) affonda le sue radici nella teoria dei mercati contendibili (contestable markets, ➔ contendibilità) elaborata con i contributi degli economisti W.J. Baumol, J.C. Panzar e R.D. Willig. Nell’analizzare i comportamenti monopolistici, tale teoria afferma che la rimozione delle barriere istituzionali permette l’entrata di nuovi operatori, che costringono gli attuali monopolisti ad abbassare i prezzi e a migliorare la qualità dei servizi. Viene inoltre introdotto il concetto di concorrenza potenziale, secondo il quale, in assenza di barriere istituzionali, il monopolista si comporta come se fosse in concorrenza. Qualora infatti alzasse il prezzo dei propri prodotti per realizzare rendite di monopolio, entrerebbero sul mercato aziende attratte dalla nuova rendita. Si tratterebbe di imprese marginali, che colpiscono e fuggono (hit and run), ovvero che uscirebbero dal mercato non appena il monopolista abbassasse nuovamente i prezzi dei prodotti. Pertanto un’impresa, quando anche sia l’unica presente in uno specifico mercato, in assenza di barriere istituzionali, risulterebbe ‘controllata’ dalla concorrenza potenziale e non potrebbe abusare della propria posizione dominante. Vi è un chiara indicazione a limitare l’azione dell’antitrust, considerata talora dai liberisti troppo invasiva. Il controllo del comportamento dei monopolisti è dunque affidato, in caso di contendibilità, alle forze del mercato. Ma la contendibilità non sussiste se esistono barriere quali, per es., i sunk costs (➔) che permettono a un’impresa di alterare e ridurre in modo consistente e continuativo la concorrenza. Di conseguenza, la rimozione delle barriere istituzionali non garantisce ‘di per sé’ la piena concorrenza sul mercato.
La d. ha rappresentato, durante gli anni 1980, uno dei pilastri della politica economica del presidente statunitense R.W. Reagan che, anche diminuendo l’imposizione fiscale, ha rilanciato le teorie liberiste che caldeggiavano la riduzione della presenza dello Stato nell’economia, dando vita alla cosiddetta reaganomics (➔). La d. americana si pone come una diversa via di liberismo di mercato, che si affianca alla stagione delle privatizzazioni, avviata nello stesso periodo da M.H. Thatcher (➔) in Gran Bretagna. Mentre nel caso della privatizzazione si vendono sul mercato imprese di proprietà pubblica, nel caso della d. si rimuovono le barriere istituzionali e normative che proteggono talune imprese in specifici mercati. La d. americana ha avuto ampia eco mediatica nella liberalizzazione del mercato aereo, dove sono state rimosse le norme che proteggevano le compagnie di bandiera. La d. del mercato aereo si è poi realizzata anche in Europa, con effetti positivi sui prezzi del trasporto senza danni alla qualità.