derenzizzato
p. pass. e agg. Sottratto all’influenza di Matteo Renzi.
• Ieri ci si è messo pure [Luigi] De Magistris. Che tanto per gradire ha proclamato Napoli «città derenzizzata». «Perché ‒ ha scritto su Facebook ‒ siamo per la democrazia, per la diffusione del potere, per la distribuzione del denaro, per la lotta alle diseguaglianze, per la giustizia e per il popolo». Poi l’affondo: Renzi è un premier «non eletto ma nominato dalla casta». (Adalberto Signore, Giornale, 12 agosto 2015, p. 8, Interni) • Peserà lo scontro diretto tra [Luigi] de Magistris e [Matteo] Renzi? «Moltissimo, soprattutto per il futuro. Quello della Napoli “derenzizzata” è un voto politico. Un grande successo di de Magistris è un segno grave per come Renzi ha interpretato i problemi del Sud» (Biagio de Giovanni intervistato da Simona Brandolini, Corriere della sera, 6 giugno 2016, p. 17, Primo piano) • Dall’altra parte, però, c’è chi vaneggia di eventuali intese solo con un Pd derenzizzato nei contenuti, trascurando il piccolo particolare che sarebbe servito battere Renzi al congresso per pretenderlo. Dal momento in cui l’ex premier ha vinto le primarie, è con il suo Pd che bisogna trattare altrimenti siamo alla replica speculare degli ostracismi personali. (Stefano Cappellini, Repubblica, 10 giugno 2017, p. 27, Commenti).
- Derivato dal p. pass. e agg. renzizzato con l’aggiunta del prefisso de-.
- Già attestato nella Repubblica del 19 settembre 2014, p. 2, Politica (Giovanna Casadio).
> renzizzato.