DERMOIDI (dal gr. δέρμα "pelle" ed εἶδος "forma")
Si chiamano così, in anatomia patologica, tumori solidi o cistici, o cisti dermoidi a struttura complessa (v. cisti), risultanti d'abbozzi disordinatamente frammisti e in varia misura concresciuti di tessuti che contemporaneamente provengono da due (bidermomi) o da tutti e tre (tridermomi) i foglietti blastodermici, e che raggiungono un assai vario grado di maturità da un esemplare all'altro. Andrebbero meglio indicati come teratomi, eventualmente teratomi cistici se è prevalente il carattere cistico del tumore. Non si può riconoscere sempre una differenza essenziale fra dermoidi o teratomi semplici (anche detti parassitici, o adulti, o coetanei o embriomi) e dermoidi o teratomi blastomatosi (anche detti embrionali, o embrioidi o teratoidi) sul grado rispettivamente maggiore o minore di maturità raggiunto dai tessuti che compongono il tumore, esistendo forme graduali intermedie difficili da ascrivere a una categoria o all'altra.
I dermoidi solidi raggiungono volumi assai diversi, hanno consistenza dura, o ineguale per la quasi costante presenza di formazioni cistiche, minute e più o meno numerose, contenenti sostanza di varia natura, mucosa, sebacea, ecc. I dermoidi cistici, o cisti dermoidi, complesse o composte, mentre presentano un contenuto simile e gran parte della parete analoga a quella delle cisti dermoidi semplici, mostrano, in uno o più punti di essa, delle escrescenze (o promontorio, papilla, sperone), di solito provviste di peli, in cui si trovano intimamente mescolati tessuti diversi: talvolta da questi insorgono secondariamente vere forme blastomatose, carcinomatose o sarcomatose. Per le varie ipotesi sulla genesi dei dermoidi e per la località in cui più spesso si sviluppano v. teratoma.