Maksimović, Desanka
Scrittrice serba, nata a Rabrovica, presso Valjevo, il 16 maggio del 1898, morta a Belgrado l'11 febbraio 1993. Dopo essersi laureata a Belgrado nel 1923, si trasferì a Parigi, dove si specializzò in estetica alla Sorbona. Ritornata in Iugoslavia, insegnò fino al 1953. Membro dell'Accademia delle arti e delle scienze della Iugoslavia, per la sua intensa attività culturale è stata insignita di prestigiosi premi e di alte onorificenze in patria e all'estero.
Eminente poetessa lirica, la M. fu anche autrice di racconti, romanzi e diari di viaggio, nonché di libri per l'infanzia. La sua poesia segna un profondo rinnovamento della tradizione poetica serba per la novità dei temi, la serenità della visione della vita e una nuova musicalità del verso.
Alla sua prima raccolta poetica, Pesme (1924, Liriche), seguirono Vrt detinjstva (1927, Giardino d'infanzia) e Zeleni vitez (1930, Il cavaliere verde), una delle sue opere più apprezzate. Negli anni Trenta M. cominciò a dedicarsi alla prosa, con la scelta di racconti Ludilo srca (1931, Il delirio del cuore) e Kako oni žive (1935, Come vivono), ma senza trascurare la poesia (Gozba na livadi, 1932, Il convito sul prato; Nove pesme, 1936, Nuove liriche). Dopo le amare vicissitudini della guerra, nel 1946 pubblicò le liriche raccolte in Pesnik i zavičaj (Il poeta e la terra natìa), ed esordì come autrice per l'infanzia con Zlatni leptir (La farfalla dorata) e con la favola in versi Buba-Mara (Coccinella). Nel 1948 uscì il poema Reka pomočnica (Il fiume dei soccorritori), che segna l'apertura di un periodo estremamente creativo. Tra le opere più significative di questi anni: il romanzo Otvoren prozor (1954, La finestra aperta), i racconti Strašna igra (1954, Giochi terribili) e le liriche di Rosna rukovet (1955, Una manciata di rugiada), la prosa lirica Bajka o kratkovečnoj (1957, Favola della caducità) e la raccolta di poesie Zarobljenik snova (1959, Prigioniero dei sogni). Negli anni Sessanta uscirono il romanzo Buntovan razred (1960, Una classe sediziosa) e una nuova raccolta, Govori tiho (1962, Parla piano). Successivamente sono apparse altre raccolte di versi: Nemam više vremena (1973, Non ho più tempo), che ebbe un immediato successo di pubblico e di critica, Letopis Perunovih potomaka (1976, Cronaca dei discendenti di Perun), Ničija zemlja (1979, Terra di nessuno), Medjaši sečanja (1983, Ricordi di confine), Slovo o ljubavi (1983, Discorso sull'amore). Nel 1987 è uscita un'edizione in sei volumi della sua opera poetica: Sabrane pesme (Poesie raccolte).
Il percorso poetico di M., dalle liriche amorose della prima produzione ai componimenti di argomento patriottico del periodo bellico e postbellico, dalle riflessioni 'metafisiche' all'elaborazione di storie antiche, mostra un'evoluzione da un registro intimistico e personale a una visione universale, incentrata sull'amore. Rifuggendo dall'intellettualismo e dalla metafisicità di certa poesia contemporanea, i suoi versi si impongono per la loro immediatezza, scevra di artifici retorici e concettuali, mostrando un approccio personalissimo alle più diverse tematiche.
Costruita intorno alle grandi tragedie che hanno segnato la storia serba, la poesia sociale e patriottica non presenta traccia di militanza politica: M. riesce a liberarsi da ogni faziosità e a universalizzare il proprio messaggio privilegiando un approccio etico. Sulla scia della tradizione epica, ritrae il paese ricreando l'atmosfera che caratterizza le rivolte popolari tramandate dalla tradizione orale. Lo testimonia in particolare Tražim pomilovanje (1964, Imploro grazia), in cui il Codice dello zar Dušan, promulgato nel 1349, rigidamente ancorato a una visione classista del diritto, diviene pretesto per la denuncia del perdurare delle ingiustizie, contro cui si leva l'appassionata difesa della poetessa.
bibliografia
S.Ž. Marković, Poezija Desanke Maksimović (La poesia di Desanka Maksimović), Beograd 1990; Desanka Maksimović u svom književnom vremenu. Zbornik radova (Desanka Maksimović nella sua epoca letteraria. Miscellanea), a cura di S.Ž. Marković, Beograd 1995.