BONFINI, Desiderio
Figlio di maestro Lucio (Lutio), nacque a Patrignone (Ascoli) nella seconda metà del sec. XVI, dato che nel 1601 è senz'altro maggiorenne: a questa data è infatti qualificato maestro, fa da padrino a un battesimo, è sindaco della confraternita del SS. Sacramento di Patrignone e nel 1602 compra grano in proprio (Amadio, 1928, pp. 6 s.). Il 26 maggio 1616 sposò Laura di maestro Vincenzo Angelucci, vedova di Grifone Parlanti, dalla quale il 5 maggio 1617 ebbe il figlio Rosato (ibid., pp. 9-11).
Dai libri della Compagnia della Misericordia di Montalto risulta che nel 1608 scolpì un Crocefisso; per la cattedrale dello stesso luogo eseguì un pulpito.
Nel 1610 la confraternita del SS. Sacramento di Patrignone gli commise il tabernacolo per la chiesa di S. Maria in Viminata (ibid., pp. 8 s.): tuttora in loco, esso è concepito in forma di tempietto con avancorpo centrale in cui si svolgono una scalinata e il primo ordine adorno di colonne, frontoni, nicchie e statuine; su di questo si innalza il secondo ordine con tamburo e cupola. Per la stessa confraternita nel 1612 scolpiva il Crocefisso da portarsi in processione. L'opera più notevole del B. è il colossale ed elaborato tabernacolo, scolpito nel 1619 su commissione di Aurelia Guiderocchi, per la chiesa di S. Francesco, poi nel duomo e oggi nella chiesa di S. Pietro Martire ad Ascoli. Anche qui si ripete il disegno del tempietto cupoliforme, ma con maggiore ricchezza di linee ed eleganza di intagli.
Nel decennio successivo il B. eseguì lavori per la cattedrale di Ripatransone dove sono tuttora conservati la sedia vescovile, con fregi floreali, l'arcibanco dei magistrati a sei dossali suddivisi da cariatidi e figure leonine, il pulpito con sei formelle in cui rappresentò Scene della vita di Gesù e della Vergine, notevoli per l'equilibrio e l'armonia della composizione, oltre che per l'efficacia espressiva di alcuni volti.
Dai registri della confraternita del SS. Sacramento di Patrignone risulta che nel 1633 e nel 1634 era capitano della milizia (Amadio, 1928, pp. 10 s.). Nel 1634 i canonici del duomo di Ascoli gli commissionarono alcune statue colorite e indorate per la cappella della Madonna di Loreto, ma il 4 luglio 1635 il B. era già morto, avendo eseguito soltanto il gruppo della Pietà: ilcapitolo saldò il dovuto al padre (Fabiani, 1961, p. 175). Al B. è attribuita (Ricci) una statua lignea, policroma, di S. Giovanni Battista nella pieve di Penna San Giovanni (in loco); E. Luzigli attribuì la statua della Madonna nel santuario dell'Ambro (Montefortino). Per la collegiata di Offida eseguì un Crocefisso, un busto di S. Pantaleone, un tabernacolo e due reliquiari.
Il B. si può considerare una delle maggiori e più valide personalità fra gli artisti marchigiani, che svolsero la loro feconda attività in tutta la regione e nella vicina Umbria.
Bibl.: A. Ricci, Memorie storiche delle arti e degli artisti della Marca di Ancona, II, Macerata 1834, pp. 221 s.; E. Luzi, ... Le pitture di Martino Bonfini..., in Arte e storia, XI (1892), p. 194; G.Amadio, D. B., Montalto 1928; G.Branca, Fra i Sibillini e l'Adriatico, in Corriere Adriatico, V, luglio 1928; R. Gabrielli, D. B., in Vita Picena, 6marzo 1935, p. 289; G. Amadio, IBonfini, Napoli 1937, pp. 31-34; G. Fabiani, Ascoli nel Cinquecento, II, Ascoli Piceno 1959, pp. 257-259; Id., Artisti del Sei-Settecento in Ascoli, Ascoli Piceno 1961, pp. 174 s.; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, IV, p. 287.