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DESIDERIO

di Werner Maleczek - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 39 (1991)
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DESIDERIO

Werner Maleczek

Nulla sappiamo circa la sua origine e la sua formazione. Probabilmente era romano, dato che l'11 maggio 1112 sottoscrisse un privilegio di Pasquale II definendosi "indignus subdiaconus". Apparteneva allora, dunque, alla Chiesa romana ed operava tra il personale subordinato nella Curia pontificia. Probabilmente verso la fine del 1115 fu nominato cardinale prete del titolo di S. Prassede: in tale veste firmò infatti, il 2 gennaio dell'anno successivo, un atto privato. D. fu probabilmente uno dei molti nuovi cardinali, scelti soprattutto tra i cappellani e gli scriptores pontifici, creati da Pasquale II per stroncare l'opposizione sorta in seno al S. Collegio contro il "pravilegium" del 12 aprile 1111.

Sottoscrisse privilegi emessi da Pasquale II a Trastevere il 24 maggio, il 23 nov., il 21 e il 22 dic. 1116. Morto il 21 genn. 1118 Pasquale II, D. fu tra i prelati che, il 24 genn., innalzarono al soglio pontificio Gelasio II, come si trae dal Liber pontificalis. La stessa fonte riferisce anche che egli, il 21 luglio 1118, il giorno della festa di S. Prassede, invitò il nuovo papa a celebrare la messa nella sua chiesa titolare. Durante la cerimonia Cencio e Leone Frangipani irruppero nella chiesa, che rientrava nella zona di loro dominio. Scoppiò un violento parapiglia, ma Gelasio II poté mettersi in salvo. L'episodio indusse tuttavia il pontefice a lasciare Roma: nel settembre del 1118 partì per la Francia, accompagnato da un ristretto numero di cardinali.

Durante l'assenza del pontefice, D., con altri quattro cardinali, approvò una disposizione in favore di S. Sofia di Benevento del vicario papale Pietro di Porto. Insieme agli altri cardinali rimasti a Roma, acconsentì, dopo la morte di Gelasio II (28 genn. 1119), anche all'elezione di Callisto II, avvenuta a Cluny nel febbraio 1119. Il nuovo pontefice lo inviò nell'Italia meridionale, probabilmente nello stesso anno. Si sa soltanto, di questa sua missione, che egli era stato incaricato di accertare se il patrimonio della chiesa latina di Tres Tabernae in Calabria bastasse a sopperire ai bisogni di un vescovo in modo consono alla sua dignità.

Il 24 sett. 1120 D. era a Benevento, al seguito di Callisto II. Il 3, il 7 e il 14 gennaio, e il 17 apr. 1121 sottoscrisse altri documenti papali in Laterano. Ma quando Callisto II si recò nuovamente nell'Italia meridionale (luglio 1121-marzo 1122), egli rimase a Roma. Di questo periodo si sono conservati tre atti privati con cui, come cardinale di S. Prassede, concedeva in fitto perpetuo altrettanti terreni appartenenti alla sua chiesa, situati fuori porta S. Lorenzo (17 e 27 nov. 1121). Sappiamo che firmò altri privilegi di Callisto II il 6 apr. 1123 e il 1º apr. 1124; e che, dopo la morte di questo pontefice (13 dic. 1124), sottoscrisse documenti di Onorio II il 7 marzo, il 2 aprile, il 5 e 6 maggio 1125, il 28 marzo 1126, il 7 maggio e il 9 dic. 1128 e il 10 apr. 1129, sempre in Laterano. Tuttavia, date le scarse notizie a lui relative contenute nelle fonti, il ruolo da lui svolto sotto questi due pontefici nella Curia romana rimane poco chiaro per noi.

È probabile che non abbia partecipato all'elezione di Anacleto II seguita immediatamente alla morte di Onorio II e alla elezione di Innocenzo II (14 febbr. 1130), in quanto il suo nome non figura nel decreto relativo alla elezione di Anacleto II. Tuttavia, egli dovette schierarsi dalla sua parte, come del resto fecero vari altri cardinali creati da Pasquale II. Nello scritto apologetico inviato al re tedesco Lotario II, D. figura in quarta posizione. Neanche durante il papato di Anacleto II la figura di D. assume contorni più definiti. Di quest'epoca ci sono giunti soltanto tre documenti privati da lui rilasciati riguardanti ancora la concessione in fitto perpetuo di terreni appartenenti a S. Prassede e siti fuori porta Nomentana (29 nov. 1130 e 21 nov. 1137). A queste testimonianze si aggiungono alcune firme da lui apposte su vari privilegi di Anacleto II datati 27 marzo e 24 apr. 1130.

Al principio del 1138, quando il consenso per questo pontefice (che morì il 25 gennaio) era calato notevolmente, D., insieme con altri due cardinali, era passato all'obbedienza di Innocenzo II. Lo si ritrova infatti come firmatario di alcuni privilegi di questo papa del 22 aprile, del 1º maggio e del 21 giugno 1138. Dopo questa data, non abbiamo più alcuna testimonianza di lui.

Fonti e Bibl.: J. M. Watterich, Pontificum Romanorum vitae, II, Leipzig 1862, p. 185; J.-P. Migne, Patr. Lat., CLXIII, coll. 1410, 414; CLXVI, coll. 1223, 1225, 1243, 1254; CLXXIX, coll. 361, 692; Codex Udalrici, in Bibl. rerum Germ. a cura di Ph. Jaffé, V, Berlin 1869, p. 349; J. Pflugk Harttung, Acta pontificum Romanorum inedita, Tübingen-Stuttgart 1881-1884, II, pp. 252, 260, 295, 330; III, p. 30; Liber Pontificalis, a cura di L. Duchesne, II, Paris 1882, pp. 216, 312; U. Robert, Bullaire du pape Calixte II, Paris 1891, I, pp. 271, 301, 310, 314, 321, 334; II, pp. 177, 305; P. Fedele, Tabularium S. Praxedis, in Arch. della R. Soc. romana di storia patria, XXVII (1904), 13-20, pp. 66-70; E. Caspar, Die Chronik von Tres Tabernae in Calabrien, in Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken, X (1907), pp. 42 s.; W. Holtzmann, Papsturkunden in England, II, in Abhandlungen der Akademie der Wissenschaften zu Göttingen, Phil-hist. Klasse, III (1941), 14, p. 147; F. Ughelli-N. Coleti, Italia sacra..., X, Venetiis 1722, col. 498; Nachrichten von der Gesellschaft der Wissenschaften zu Göttingen, Phil.-hist. Klasse, 1898, p. 379; 1900, p. 155; 1901, p. 212; A. Chroust, Das Wahldekret Anaklets II., in Mitteilungen des Instituts für österreichische Geschichtsforschung, XXVIII (1907), p. 349; H. W. Klewitz, Reformpapsttum und Kardinalskolleg, Darmstadt 1957, pp. 129, 216 s.; L. Pellegrini, Osservazioni sulle fonti per la duplice elezione papale del 1130, in Aevum, XXXIX (1965), pp. 45 ss.; Id., La duplice elezione papale del 1130, Milano 1969, pp. 265 ss.; Id., Cardinali e Curia sotto Callisto II, in Raccolta di studi in memoria di S. Mochi Onory, Milano 1972, p. 513; R. Hüls, Kardinäle und Kirchen Roms 1049-1130, Tübingen 1977, pp. 59 s., 197 s.; W. Maleczek, Das Kardinalskollegium unter Innocenz II. und Anaklet II., in Arch. hist. pontificiae, XIX (1981), pp. 75 s.

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