TUTU, Desmond Mpilo
Ecclesiastico sudafricano, della Chiesa anglicana, nato a Klerksdorp (Transvaal) il 7 ottobre 1931. Ha posto al centro della sua attività pastorale e della sua predicazione in Sudafrica l'aperta condanna del sistema dell'apartheid e la difesa costante dei diritti della popolazione di colore del suo paese. Dopo gli studi di teologia, divenne diacono nel 1960 e sacerdote nel 1961. Nel 1976 fu consacrato vescovo di Lesotho e nel 1978 fu scelto come segretario generale del Consiglio sudafricano delle Chiese, che sotto la sua guida divenne un importante strumento della protesta dei neri. Il suo impegno contro l'apartheid, che si manifestava anche nei frequenti viaggi all'estero, lo pose in contrasto con il governo sudafricano, che nel 1980 giunse a ritirargli il passaporto. Riacquistata la possibilità di viaggiare, T. continuò a sostenere presso la comunità internazionale che non ci sarebbe mai stata pace in Sudafrica se non si fossero operate su quel governo pressioni politiche diplomatiche e soprattutto economiche. Nel 1984 gli fu conferito il premio Nobel per la pace, lo stesso riconoscimento ottenuto nel 1960 da A.J. Luthuli, il primo presidente dell'African National Congress. Nella motivazione del premio si faceva riferimento al coraggio e all'eroismo mostrato dai neri sudafricani nel combattere contro l'apartheid con metodi non violenti. Vescovo di Johannesburg (1985) e primate anglicano in Sudafrica (1986), T. ha continuato a svolgere, dopo l'uscita del paese dal segregazionismo, un importante ruolo al fianco di N. Mandela.
Tra i suoi scritti ricordiamo: Crying in the wilderness: the struggle for justice in South Africa (1982); Hope and suffering: sermons and speeches (1983); The rainbow people of God: the making of a peaceful revolution (1994).
Bibl.: C. Greene, Desmond Tutu, bishop of peace, Chicago 1986; J. Bentley, Archbishop Tutu of South Africa, Hillside (N.J.) 1988; S. Du Boulay, Tutu: voice of the voiceles, Grand Rapids (Mich.) 1988; P. Cheney, Archbishop Desmond Tutu: man of peace, Brookfield (Conn.) 1995.