DESOLFORAZIONE
Nella tecnica enologica è d'uso frequentissimo l'anidride solforosa; soprattutto per ostacolare le fermentazioni nel mosto e nel vino. Quando se ne impieghino piccole dosi, non è difficile liberarsene, anche con semplici travasi all'aria ma quando si siano aggiunte forti quantità d'anidride solforosa (come p. es. nei mosti muti), bisogna ricorrere ad appositi trattamenti per eliminare l'eccesso di questo gas. In ciò consiste appunto la desolforazione. I mezzi più consigliabili per la desolforazione sono: un energico arieggiamento, ottenuto facendo passare l'aria attraverso i pori d'una tela, o meglio ancora d'una candela di porcellana porosa; l'uso del carbone vegetale, in ragione di kg. 1 a 1 1/2 per ettolitro (esso però decolora i mosti e i vini); l'uso d'idrogeno solforato o di solfuro potassico, separando subito lo zolfo che così si libera; il riscaldamento del mosto, che provoca la dispersione dell'anidride solforosa, ma che porta a una concentrazione del mosto (riscaldare a pressione ridotta per evitare il sapore di cotto). Il meglio è combinare l'arieggiamento con il riscaldamento.