DESPRÉS (o des Prés, Pratensis, del Prato, ecc.), Josse, detto Josquin
Compositore, nato probabilmente a Condé circa il 1445 (secondo alcuni circa il 1450), morto a Condé il 27 agosto 1521. Intorno allo svolgimento dei suoi studî musicali mancano notizie esaurienti, ma sembra verosimile che essi si siano compiuti nella celebre scuola di canto di Cambrai. Così anche pare probabile che il maestro di Josquin sia stato l'Ockeghem. Josquin avrà in ogni modo subìto l'influenza della vita musicale che ferveva presso la corte dei duchi di Borgogna, come anche dell'ambiente, ricchissimo di fervore musicale, da lui trovato a Milano presso Galeazzo Maria Sforza. A Milano si trattenne alcuni anni, dal 1474 al 1479, chiamatovi dal maestro di cappella G. de Werbecke, e in quell'ambiente di artisti in gran parte francesi e fiamminghi egli doveva trovare elementi certo favorevoli alla sua formazione. Dopo il 1479, entrato al servizio del cardinale Ascanio Sforza, si trasferisce a Roma (alcune composizioni sue di questo periodo recano il nome di Josquin d'Ascanio). È lecito pensare che in quel torno di tempo egli abbia visitato anche la corte di Ercole duca di Ferrara, per il quale compose il Miserere. A Roma lo troviamo, per qualche anno, dal 1486 forse fino al 1495, cantore della cappella pontificia. Tornato in Francia, dal 1495 al 1499 dirige la cappella del duomo di Cambrai, e dal 1500 al 1503 si ferma a Parigi, probabilmente al servizio di Luigi XII, e finalmente a Condé, dove conserva, fino alla morte, il priorato della cattedrale, avuto dall'imperatore Massimiliano I.
Tanto per il suo significato storico quanto per la sua potenza lirica, alla musica di Josquin va attribuito sommo valore. Nelle sue composizioni l'uso di tutti i più nobili artifici contrappuntistici, così caratteristici della scuola franco-fiamminga, non è fine a sé stesso, ma serve quasi sempre all'espressione più viva e più rispondente ai varî toni del sentire. E questa sovranità dell'espressione estetica si riafferma e si rivela sempre meglio, da quella che si può chiamare prima maniera, ancora permeata di preziosità contrappuntistiche di per sé notevoli, alla seconda, tutta dedita e tesa a valori immediatamente lirici.
Tale proprietà d'imperioso lirismo si presenta in quest'arte come ben poche volte prima di essa s'era fatto, ed è questo uno dei più importanti meriti del compositore. Ché anzi, questa ricerca d'espressione s'addentra spesso, presso Josquin, in minuzie estreme, perseguendo l'esplicazione dell'accento affettivo d'ogni frase, d'ogni parola del testo. La sua produzione comprende messe, mottetti, canzoni, salmi, pubblicati da O. Petrucci, da J. Ott, dal Petrejus e, in genere, dai più noti editori del tempo. Tra le 17 messe edite dal Petrucci in 3 libri (1502-1503-1516) vanno rammentate, quali più tipiche della seconda maniera del compositore, le seguenti quattro: La sol fa re mi (l'usata successione Lascia fare mi), Ave Maris Stella, Ding aultre amer, Mater Patri. Altre messe e frammenti di messe esistono presso la Cappella Sistina di Roma. I mottetti (circa un centinaio), quasi tutti a 4,5 o 6 voci (ma alcuni a 3 e una: Qui habitat in adiutorio, a 24 voci) sono pubblicati in varie raccolte dell'epoca. Notevoli sono anche i salmi, tutti composti nel secondo stile ricco d'intenso lirismo, e le numerose canzoni francesi piene di vivacità e di vigore.
Edizioni moderne si trovano nella raccolta del Commer (Collectio operum musicorum batavorum) nelle Publikationen der Ges. für Musikforschung (V), e in molte altre raccolte tedesche e francesi. L'edizione completa delle opere di Josquin è in lavoro presso il Verein für Niederl. Musikgeschichte a cura di A. Smijers.
Bibl.: F. de Ménil, J. de P., Parigi 1899; O. Ursprung, J. de P., in Bulletin de l'Union musicologique, 1926.