hegeliana, destra e sinistra
Distinzione (fatta la prima volta nel 1837 da D. F. Strauss, ripresa da K. L. Michelet, divenuta poi comune) dei seguaci di Hegel, in base alla loro divergente interpretazione e valutazione del pensiero religioso e politico del maestro. La destra, conservatrice, che era rappresentata dai vecchi hegeliani (K. F. Goeschel, Gabler, Bauer in una prima fase, Erdmann, e altri), tendeva a conciliare la filosofia di Hegel con l’ortodossia e dogmatica cristiane; la sinistra, rappresentata dalla più giovane generazione dei discepoli hegeliani o giovani hegeliani (Strauss, Bauer nella seconda fase, Feuerbach, Ruge, Marx, Engels, Stirner, ecc.), distingueva, fino a opporle, filosofia e religione, in un’interpretazione ateistica del pensiero di Hegel, e, passando al campo sociale-politico, interpretava il «superamento» di ogni momento dialettico nel senso rivoluzionario dell’attiva «trasformazione del mondo». Le tendenze radicaleggianti, socialiste e rivoluzionarie trovarono espressione nella rivista Hallesche Jahrbücher (1838-41), proseguita con il titolo Deutsche Jahrbücher (1841-43), a cui collaborarono tra gli altri M.A. Bakunin, Feuerbach, Ruge e a cui fu vicino anche Marx. La crisi della ‘scuola’ hegeliana non va ricondotta soltanto a dissidi e contrasti interni, ma anche al fatto che nella Prussia degli anni Quaranta dell’Ottocento, con l’avvento al trono di Federico Guglielmo IV, si ebbe una notevole svolta in senso restauratore anche in campo culturale, di cui fu manifestazione emblematica la chiamata di Schelling a Berlino nel 1841 per estirpare «la mala pianta del seme panteista» gettato da Hegel.