determinante
determinante in algebra lineare, numero associato a una matrice quadrata A = [aij] di ordine n, indicato con det(A) o anche con |A|, uguale alla somma degli n! prodotti del tipo a1σ(1) · a2σ(2) · ... · anσ(n), ottenuti al variare di σ = {σ(1), σ(2), ..., σ(n)} tra le permutazioni dell’insieme {1, 2, ..., n}, ognuno preso con segno positivo se la permutazione σ è di classe pari, con segno negativo se la permutazione è di classe dispari. Formalmente, se Sn indica l’insieme delle permutazioni dell’insieme {1, 2, ..., n} e se sgn(σ) è la funzione che vale 1 se σ è di classe pari e −1 se σ è di classe dispari, allora det(A) è definito dalla formula
In particolare, per n = 1 si ha det(a11) = a11, per n = 2 si ha
_lettD_01410_002.jpg>
Una matrice A con determinante nullo è detta matrice singolare, se invece det(A) ≠ 0 allora A è detta non singolare. Il determinante esprime alcune proprietà molto importanti di una matrice, prima fra tutte la seguente: una matrice quadrata è invertibile se e solo se il suo determinante è diverso da zero, cioè se e solo se è non singolare. Se k ≤ n, un minore di ordine k di A è il determinante di una sottomatrice quadrata di A di ordine k, ottenuta cioè eliminando (n − k) righe e (n − k) colonne di A. Il complemento algebrico dell’elemento aij di A (indicato con il simbolo Aij) è il minore di ordine (n − 1) ottenuto da A eliminando la i-esima riga e la j-esima colonna (cioè quelle in cui è contenuto l’elemento aij) preso con segno positivo se i + j è pari, negativo se invece i + j è dispari.
Per il calcolo del determinante di una matrice, si ricorre solitamente ad alcune regole e proprietà che possono ridurre notevolmente il numero dei calcoli altrimenti necessari. Una di queste è la regola per lo sviluppo del determinante di Laplace: il determinante di una matrice è uguale alla somma degli elementi di una sua fissata riga (o colonna) moltiplicati per i rispettivi complementi algebrici (ne segue che se una matrice a valori reali ha una riga (o una colonna) formata da elementi tutti nulli, il suo determinante è nullo). Formalmente, vale dunque
dove i e j sono gli indici rappresentanti una riga e una colonna arbitrarie: queste due espressioni sono dette rispettivamente lo sviluppo del determinante secondo la i-esima riga di A e secondo la j-esima colonna di A. Per esempio, data la matrice quadrata A di ordine 3
lo sviluppo del suo determinante secondo la prima riga è dato da:
Per semplificare il calcolo di una matrice del terzo ordine si ricorre in particolare alla regola di → Sarrus.
I determinanti hanno importanza fondamentale nella risoluzione dei sistemi di equazioni di primo grado (con la regola di Cramer) e proprio da tale problema traggono origine. Inoltre il calcolo del determinante fornisce la possibilità di stabilire, ancora prima di affrontare l’equazione, se il sistema ha o non ha soluzioni o se è indeterminato.
■ Proprietà del determinante.
a) Se v è un vettore riga (rispettivamente colonna) di una matrice A tale che v = aw1 + bw2 per qualche coppia di vettori w1 e w2 e se B1 e B2 sono le matrici ottenute da A sostituendo la riga (rispettivamente colonna) v con i vettori w1 e w2 rispettivamente, allora det(A) = adet(B1) + bdet(B2) (multilinearità);
b) se A′ è la matrice ottenuta da A scambiando due righe (rispettivamente due colonne), allora det(A′ ) = − det(A) (alternanza);
c) se A è triangolare, allora det(A) = a11 · a22 ·...· ann;
d) det (AB) = det(A) · det(B) (→ Binet, teorema di);
e) se AT è la matrice trasposta di A, allora det(A) = det(AT);
f) se A è invertibile, allora det(A−1) = det(A)−1.