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DETRAZIONE

di Felice M. Cappello - Enciclopedia Italiana (1931)
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DETRAZIONE (lat. detractio)

Felice M. Cappello

In teologia morale è, in senso largo, qualunque ingiusta violazione della fama altrui. In senso stretto si distingue dalla calunnia, la quale consiste nell'attribuire ad alcuno un delitto falso; invece la detrazione propriamente detta consiste nella manifestazione di un delitto vero ma occulto. La detrazione si dice dìretta o formale, se è fatta con l'intenzione di offendere la fama altrui; si dice indiretta, se è fatta per leggerezza o irriflessione, senza l'animo di diffamare. La detrazione è una colpa contro la giustizia, la cui gravità dipende dal danno maggiore o minore che deriva alla persona offesa nella fama. Per valutare la gravità del danno, bisogna tener conto non solo della natura e gravità del delitto manifestato, ma anche di altre circostanze, massime dello stato e della condizione di chi manifesta il delitto, come dello stato e della condizione di chi è diffamato.

Vocabolario
detrazióne
detrazione detrazióne s. f. [dal lat. detractio -onis]. – 1. Il detrarre, e la quantità stessa detratta: d. delle spese dalle entrate; il totale delle d.; operare nuove d. sullo stipendio; applicate le d. consentite, il reddito accertato...
defalco
defalco s. m. [der. di defalcare] (pl. -chi). – Il defalcare, detrazione, e la somma stessa (o altra cosa) che viene defalcata: il d. delle spese di trasporto.
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