CECCHI, detti Acquafresca (Acqua Fresca)
Famiglia dei più prestigiosi fabbricanti italiani di armi da fuoco dei secc. XVII e XVIII. Ha origine in un piccolo paese, Bargi, sull'Appennino tosco-emiliano, agli inizi del XVII secolo.
I primi documenti li identificano "de Creda", località vicina, frazione di Castiglione de' Pepoli distretto e diocesi di Bologna. Il Boccia (1967), ricostruendo l'albero genealogico della famiglia, in base alla località ove i C. volta a volta spostavano la loro residenza con il dividersi delle proprietà, li divide in sette rami: Pianacci, Pideria, Torrazza, Lama, Piderla II, Pianacci II, Querceda. Gli armaioli appartengono, almeno alla luce delle attuali conoscenze, al primo ramo, i Pianacci. Il soprannome, con il quale si sono resi famosi, è Acquafresca (la grafia del secondo periodo è Acqua Fresca) e nasce forse dal pozzo di "acqua fresca" che esisteva presso la casa dei Pianacci.
I nomi dei membri legati alla produzione di armi sono quelli di Sebastiano (1619-1692); di Matteo, suo figlio; di Gian Francesco (1691-1762) e di Sebastiano Angelo (che vive nel 1694), figli di Matteo; di Pietro Antonio (1732-1809), figlio di Giovanni.
Un Luigi armaiolo, della seconda metà del XVIII sec., del quale si conoscono sei opere, non risulta appartenere alla famiglia degli Acquafresca, anche se geograficamente e stilisticamente legato ad essa.
Matteo, figlio di Sebastiano, nacque a Bargi il 21 sett. 1651; fu il più famoso della famiglia, perché lasciò, oltre ad opere firmate, anche vari scritti: nell'Archivio di Stato di Bologna (Assunteria di governo, Notizie attinenti alle Comunità) èconservato un volumetto manoscritto (Aringo Publico del Comune di Bargio, Baigno, Stagno...), composto di 102 carte, che comprende, per un arco di tempo compreso tra il 1696 e il 1723, le registruzioni di tutte le "Congregazioni, Comuni, Adunanze, Decreti, Statuti, Fide e qualle si vogli altra Resoluzione... e tutte l'entrate e spese di questa nostra Comunità...", da dove appare che Matteo era cancelliere o scrivano negli anni 1696, 1713, 1722; mentre altre volte scriveva "in absenza del cancelliere". Nell'Archivio Comelli di Bargi è conservato un volumetto con Brevi ricordi delle compre fatte da Sebastiano Acquafresca et de suoi heredi… scritto da Matteo... Da questi documenti è possibile ricostruire, oltre ad avvenimenti della comunità, fatti privati della famiglia (Comelli, 1917). Più importante, lo stemma granducale dipinto da Girolamo Balzani il 28 giugno 1695 sulla facciata della casa del C. che potrebbe far supporre un brevetto mediceo che però non èdocumentato. A Matteo sono attribuite le opere conosciute di migliore fattura - rare e difficilmente identificabili quelle degli altri membri della famiglia - e quindi si può ritenere che fu lui ad influenzare maggiormente le scuole posteriori. Morì a Bargi il 24 febbr. 1738.
La mostra tenutasi ad Anghiari nel 1968 sulla produzione di armi da fuoco anghiarese e dell'Appennino tosco-emiliano nei secc.XVII e XVIII, ha avviato studi e ricerche che ancora oggi non accennano ad esaurirsi. Anche se predecessori bresciani, dai quali certamente appresero l'arte, ebbero fama e l'hanno tuttora grandissima, l'interesse per gli Acquafresca è dovuto alle qualità tecniche e artistiche delle loro armi che i tempi hanno via via più apprezzato. La scoperta recente di una scuola nell'Italia centrale, sviluppatasi dal loro stile, scuola ben distinta dalle altre per una chiara caratterizzazione, ha reso ancor più interessanti i loro lavori. Per l'opera degli Acquafresca la lezione bresciana, pur tanto valida a suo tempo nel settore specifico, fu dalle ceneri di una decadenza, dovuta al tramonto della potenza veneziana alla fine del Seicento, ripresa, filtrata, fusa con altre culture e ripresentata in termini più attuali in una felice rielaborazione che ha dato copiosi frutti per oltre un secolo, nella produzione di armi da fuoco di lusso dell'Italia centrale.
La presenza a Londra di due tabacchiere firmate "Acquafresca" e datate 1691 (coll. R. T. Gwynn; già vendita Blell, Berlino, 18 ott. 1940, lotto 234) e 1694 (Victoria and Albert Museum) è importantissima per sostenere, con questi rari esempi, la tesi che decoratori e fabbricanti di armi non si dedicassero solamente alla produzione di queste. La tabacchiera del Victoria and Albert, opera quasi certamente di Matteo, si reputa eseguita per Cosimo III de' Medici. Il medaglione, con il ritratto e relativa cornice della tabacchiera sono quasi identici a quelli che si trovano sul fucile a ripetizione del Museo di storia delle scienze di Firenze del 1692.
I C. fanno parte di una ristretta rosa di nomi ai quali si può attribuire il perfezionamento, se non l'invenzione, di un certo tipo di arma a più colpi ed a retrocarica (Kaltoff, Berselli, Lorenzoni, Lefer, Collin, Le Nivernois, Wetschgi, Cotel) nata e diffusasi nella seconda metà del Seicento.
Qui di seguito, un elenco delle armi dei C.: Roma: Museo di Palazzo Venezia (coll. Odescalchi), coppia di pistole firmate "Acqua Fresca" e "Matteo A. Fresca" (inv. 639/32-33). Firenze: Museo di storia delle scienze, fucile a ripetizione firmato "Acquafresca", 1687, inv. 834; altro, "Acqua Fresca", 1692, inv. 839; Museo Stibbert, terzaruolo a focile, canna a due ordini, quadra e tonda, inv. 290; batteria a facile da pistola, firmata "Acqua Fresca", inv. 2947; Museo del Bargello, fucile firmato "Sebasti(a)no", inv. 119, inv. fot. 117627/28; Palazzo int. aste ed esposizioni, vendita 11 dic. 1976 (catal.), lotto 136, batteria "P. A. Acquafresca". Bologna: Musei civici, due pistole con batterie firmate "Acqua Fresca". Torino: Armeria reale, fucile datato 1709, inv. M. 31 (A. Angelucci, Armeria Reale, catal., Torino 1890, p. 424); Museo di artiglieria, due fucili con batteria "Acqua Fresca", inv. M82 e M57. Vienna: Waffensammlung del Kunsthistorisches Museum, due pistole firmate "Acqua Fresca", inv. 1438-39. Monaco di Baviera: Nationalmuseum, coppia di pistole che recano la firma "Acqua Fresca A Bar.nl. Bolognese" e "Acqua fres A Bar. nl. Bol. 1683"; una batteria firmata "Acqua Fresca", inv. 13/1060/1 e 13/606. Norimberga: Germanisches Nationalmuseum, pistola "Acqua Fresca G. F.", inv. W 381. Parigi: Musée de l'Armée, coppia di pistole in ebano "Acqua Fresca a Bargi, 1681", inv. 14958. Londra: R. T. Gwynn Collection, coppia di pistole firmate "Acqua Fresca", Birmingham: Museum of Science and Industry, fucile a ripetizione "Acquafresca 1694", inv. 414/85. New York: Metropolitan Museum, due batterie segnate "Acqua Fresca a Bargi 1679" "Sebastiano" l'altra, inv. 33/104 e 043/187; Filadelfia: Philadelphia Museum of Art, C. O. von Kiebusch Collection, coppia di pistole e pistola, inv. 60-82.
Fonti e Bibl.: G. B. Comelli, Di un celebre armaiolo delle montagne bolognesi, in Atti e mem. della R. Deputaz. di storia patria per le prov. di Romagna, s. 3, XI (1893), pp. 7-9-38; Id., Bargi e la Val di Limentra, Bologna 1917, pp. 84 ss.; S. V. Grancsay, Italian Seventeenth Century pistols: genuine and false, in The Journal of the Walters Art Gallery, XI(1948), pp. 62, 75; A. Hoff, Feuerwaffen, Braunschweig 1962, I, p. 365; II, pp. 196, 288, 326, 345; A. Gaibi, Le armi da fuoco portatili ital., Milano 1962, pp. 120, 128, 131,132; B. Thomas-O. Gamber-G. Schedelmann, Die schönsten Waffen, München 1963, tav. 86; J. F. Hayward, Les armes à feu anciennes, 1660-1830, Fribourg 1964, pp. 148-150; H. L. Blackmore, Guns and rifles of the World, London 1965, pp. 32, 66, tav. 425; L. G. Boccia, Gli Acquafresca di Bargi, in Physis, Riv. internaz. di storia della scienza, IX(1967), 1, pp. 91-160; M. Lindsay, One Hundred great guns, New York 1967, pp. 64 s.; C. Blair, Pistols of the World, London 1968, pp. 114-118; M. Terenzi, Catal. della mostra delle armi da fuoco anghiaresi e dell'Appennino tosco-emiliano, Sansepolcro 1968, pp. 173, 177-179; N. di Carpegna, Armi da fuoco della collezione Odescalchi, Roma 1968, pp. 109-114; P. Guidotti, Il medico Dardini, Carpineta e gli Acquafresca di Bargi, in Culta Bononia, II(1970), pp. 137, 165; M. Terenzi, Gli armaioli anghiaresi, Roma 1972, pp. 26 ss.; N. di Carpegna, Notes on the firearms of the Tosco-Emilian Appenine, in Arms and armor Annual, Northfield 1973, pp. 227, 243; G. Lupi, I primi fucili a ripetizione, Firenze 1976, pp. 16, 25, 27, 33, 37, 39-40, 44, 47-57; M. Terenzi, Gli Acquafresca di Anghiari, in Diana Armi, XI(1977), 2, pp. 30 s.