ZOLLVEREIN, DEUTSCHER (Unione doganale tedesca)
Unione doganale, che creò intorno alla Prussia l'unità economica tedesca e preparò il terreno all'unità politica.
Il congresso di Vienna, con l'art. 19 dell'Atto di costituzione del Bund (federazione) tedesco, aveva stabilito che gli stati federati dovessero consultarsi in materia di traffico. L'opinione pubblica, specialmente nella sua parte liberale, considerava assurdo il complicatissimo sistema di dazî dei 34 stati e staterelli del Bund. I danni che esso recava erano evidenti. Federico List (v.), aveva lanciato l'idea di un'unione doganale protezionistica, atta a favorire la nascita di un'industria nazionale, e a tal fine, alla fiera di Francoforte del 1819, aveva fondato tra gli uomini d'affari suoi amici un Deutscher Handelsverein. C. F. Nebenius, ministro del Baden, agitava idee analoghe fin dal 1813, ma in nome di principî liberistici Metternich e i reazionarî scorgevano invece in questi progetti un sottinteso rivoluzionario, la temuta idea dell'unità nazionale.
Dell'art. 19 non tenne conto alcuno la Prussia, che il 26 maggio 1818 soppresse i suoi dazî interni, fece del proprio territorio un'unità economica ed esercitò, con alti dazî di transito, una forte pressione sugli stati vicini. Il cancelliere Hardenberg si rifiutò infatti di subordinare la vita economica prussiana a quel Bundestag (dieta federale) di Francoforte, dove l'Austria teneva la presidenza e i piccoli stati formavano la maggioranza. Si dichiarò però disposto a concludere singoli trattati bilaterali. È questo il criterio che fu seguito rigidamente dalla Prussia.
Alla conferenza di Vienna del 1820 vi fu una violenta levata di scudi contro il nuovo sistema doganale prussiano. Però nessuna pratica decisione fu presa. Si pensò a ritorsioni: la Baviera, il Württemberg, il Baden, l'Assia-Darmstadt e gli staterelli della Turingia decisero di coalizzarsi (maggio 1820). Frattanto la Prussia procedeva senza riguardi a incorporare nel proprio sistema doganale gli staterelli disseminati entro il suo territorio. Già nel 1819 il principato di Schwarzburg-Sondershausen si era piegato. Tenace fu invece la resistenza del duca di Köthen, che si arrese soltanto nel 1828.
La Baviera, il Württemberg e gli altri stati, riuniti a Darmstadt nel settembre del 1820, non riuscirono ad accordarsi: nella ridda di progetti e controprogetti risultarono chiari solamente i loro contrasti d'interessi. Fallita la conferenza, si venne alla guerra doganale generale. La Germania meridionale si divise in due gruppi: Baviera e Württemberg da un lato, gli stati dell'alto Reno dall'altro. Una nuova conferenza a Stoccarda nel febbraio del 1825 fallì a sua volta tra i sospetti e le accuse reciproche.
Nel 1826 saliva al trono di Baviera re Luigi: sembrò giunto il momento per gli stati della "Germania pura" di formare un fronte comune contro la Prussia. Ma gli staterelli renani non vollero saperne di sacrificarsi per l'industria bavarese e non aderirono agl'inviti del Württemberg, sicché questo regno e la Baviera decisero di far da sé, concludendo tra loro il 10 gennaio 1828 la prima unione doganale tedesca.
Nello stesso tempo però avveniva la prima diserzione dal campo antiprussiano: l'Assia-Darmstadt decideva di rivolgersi alla Prussia. Il ministro delle finanze prussiano Federico von Motz intuì che una generosa politica mercantile era il mezzo con cui la Prussia avrebbe potuto svuotare d'ogni significato il Bund, escludere dalla vita tedesca l'Austria e imporre la sua egemonia politica. Il 14 febbraio 1828 l'Assia-Darmistadt entrava nel sistema doganale prussiano a parità di diritti. Il vantaggio economico era dalla parte del granducato, ma la Prussia aveva ottenuto una grande vittoria politica. La Sassonia, rimasta isolata, pensò di costituire a sua volta un'unione intermedia, una specie di cuneo che resistesse alla doppia pressione del Sud e del Nord. Nel marzo del 1828 essa stipulò una convenzione con l'Assia Elettorale e gli staterelli della Turingia. Anche il Hannover, legato all'Inghilterra, aderì e il 24 settembre 1828 si costituiva a Kassel la terza unione doganale, il Mitteldeutscher Handelsverein, che comprendeva anche il Brunswick, il Nassau, Francoforte e Brema.
Questa Unione appariva a Monaco uno strumento dell'Austria e degl'Inglesi. Pur di annientarla re Luigi si decise ad offrire la mano alla Prussia. Il 27 maggio 1829 fu firmato un trattato d'amicizia tra la Baviera, il Württemberg e la Prussia, con cui questi regni si impegnavano di ridurre le tariffe fino a raggiungere la totale libertà degli scambî tra loro. Vi era però la difficoltà delle comunicazioni tra le due Unioni separate dall'Unione intermedia. Il ministro Motz offrì allora ai ducati di Sassonia-Meiningen e di Coburgo-Gotha di costruire sul loro territorio a spese della Prussia una grande strada Amburgo-Norimberga, purché garantissero la libertà del transito. Il cuneo era praticamente rotto.
Lo sfaldamento dell'Unione intermedia si iniziò nel marzo 1830, quando gli stati costieri deliberarono di formare un'unione particolare capeggiata dal Hannover. Venne poi la rivoluzione di luglio, che con i suoi contraccolpi nelle regioni renane sconvolse la situazione. L'Assia Elettorale, sotto la minaccia della rivoluzione popolare, finì per fare proposte a Berlino e il 29 agosto 1831 entrava nell'Unione prussiana. Nel dicembre Baviera e Württemberg proposero a Berlino l'unione doganale completa, che fu però raggiunta soltanto il 22 marzo 1833. Il 30 marzo capitolava la Sassonia. L'11 maggio infine l'Unione doganale della Turingia entrava nella più grande Unione, che prese il nome di Deutscher Zollverein.
Lo zar Nicola aveva visto di buon occhio questa formazione, che considerava una nuova roccaforte contro la rivoluzione. Non così Francia ed Inghilterra che vedevano sorgere un nuovo concorrente. Ma sopra tutto si sentì colpita l'Austria: Metternich protestò in nome dell'indipendenza degli stati del Bund. Il Hannover citò l'Assia dinnanzi al Bundestag per rottura di patti e nel maggio del 1834 formò col Brunswick e l'Oldenburgo uno Steuerverein, che finì però con l'accordarsi con la Prussia. Il Baden, favorito dalla sua posizione tra Francia, Germania e Svizzera, aderì soltanto nel maggio del 1835, seguito nel dicembre dal Nassau e nel gennaio del 1836 da Francoforte.
Lo Zollverein comprendeva in tal modo 25 milioni di abitanti. Gli effetti economici furono immediati: in un decennio la prosperità tedesca raggiunse e superò il livello anteriore alla guerra dei Trent'anni. Le industrie della Sassonia e della Baviera si svilupparono in tal modo, che i dazî doganali prussiani finirono con apparire troppo bassi per un'adeguata protezione. Non così rapide furono invece le conseguenze politiche. Alcuni patrioti avevano sperato che il nuovo "Stato doganale" tedesco si desse un parlamento doganale, che si sarebbe poi trasformato in parlamento politico. Ma lo Zollverein rimase per trent'anni un organismo economico, che non eliminò il Bund e non impedì nel 1866 che i regni meridionali prendessero le armi contro la Prussia.
L'importanza storica dello Zollverein sta nell'aver creato un mercato unitario tedesco e quindi di aver rafforzato la coscienza nazionale tedesca, fino allora basata su motivi soltanto ideali. La vita economica tedesca si abituò a ignorare le vecchie piccole patrie. D'altra parte la Prussia si preoccupò di mantenere all'Unione un carattere nazionale, respingendo qualsiasi idea di adesione del Belgio, della Svizzera e dell'Olanda, e favorendo invece l'entrata del Brunswick e del Lippe nel 1842 e dello Steuerverein (1851-54). Alla sua preponderanza militare la Prussia aggiungeva l'egemonia economica. Inoltre essa apprendeva a dirigere un sistema di stati formalmente sovrani: lo Zollverein doveva servire da esempio al Reich di Bismarck. L'opera d'unificazione economica fu però portata a compimento dalle ferrovie: e anche questa volta fu Federico List il primo a lanciare l'idea d'una rete ferroviaria per lo Zollverein, come fu Nebenius il primo ministro tedesco che abbia intrapreso la costruzione d'una via ferrata per conto dello stato. Dopo la vittoria prussiana del 1866 lo Zollverein subì una trasformazione: gli stati del Norddeutscher Bund vi fecero parte non più ciascuno per sé, ma come unità. L'8 luglio 1867 fu creato uno Zollparlament (parlamento doganale) che siedeva a Berlino e legiferava a maggioranza di voti. Con la fondazione del Reich, nel 1870, cedette il posto al Reichstag.
Bibl.: H. v. Treitschke, Deutsche Geschichte im 19. Jahrh., Berlino 1879-94; A. Böchtlingk, C. F. Nebenius, Karlsruhe 1899; C. Brinkmann, Die preuss. Handelspolitik vor d. Zollverein, Berlino 1922; E. Franz, Der Entscheidungskampf u. d. wirtsch. Führung Deutschlands, Monaco 1933; Vorgeschichte u. Begründung d. deut. Zollvereins 1815-1834. Akten d. Staaten d. Deut. Bundes u. d. europ. Mächte, a cura di H. Oncken e F. E. Saemisch, voll. 3 (Veröffentlichungen d. F. List-Ges.), Berlino 1934.