Deutsches Dante-Jahrbuch
. - Sotto questo nome si riuniscono in verità tre serie differenti dello stesso organo della Società dantesca tedesca, la Deutsche Dante-Gesellschaft; ogni serie ha titolo diverso e ciascuna corrisponde a una tappa nello sviluppo dell'associazione stessa. I primi quattro volumi (1867-1877), uscirono sotto il titolo Jahrbuch der Deutschen Dante-Gesellschaft; i volumi V-IX (1920-1925) furono intitolati Deutsches Dante-Jahrbuch; i volumi X e ss. (1928 ss.) conservano quest'ultimo titolo, ma con " serie nuova " (Neue Folge) per le prime annate (vol. X-XXXV).
Iniziatore ne era stato il Witte, ma il lavoro redazionale fu dapprima svolto dal Boehmer, poi da G.A. Scartazzini. Lo Jahrbuch fu di un alto livello scientifico, e vi collaborarono i maggiori dantisti tedeschi, filologi, storici e teologi. Il primo volume si apre con i discorsi tenuti da K. Witte e da Giambattista Giuliani in occasione della fondazione della Società. Del Witte inoltre un lungo saggio sui suoi lavori di preparazione per un'edizione critica della Commedia, nonché saggi più brevi su vari problemi. Altri contributi erano firmati dai provenzalisti C.A.F. Mahn e E. Boehmer, dagli storici F.X. Wegele, A.v. Reumont; a questi nomi si aggiunsero nei volumi successivi il provenzalista K. Bartsch, i dantisti Th. Paur, G.A. Scartazzini e, tra gli altri, l'inglese H.C. Barlow, ecc.
Dopo aver ripristinato la Deutsche Dante-Gesellschaft, il musicologo Hugo Daffner scelse il titolo Deutsches Dante-Jahrbuch, rifacendosi alla serie del Witte, e continuandone la numerazione. Lo spirito che anima questa serie è ben diverso da quello che era alla base della prima. Il Daffner, dilettante entusiasta, apparteneva alla generazione di coloro che si proponevano in primo luogo di alimentare il culto di D. in Germania, rivolgendosi quindi unicamente a un pubblico tedesco e rimanendo estranei agli studi danteschi in Italia. Lo scopo principale dello studio di D. a questa generazione appariva quello di creare una Commedia in veste poetica tedesca (così il Pochhammer). In tal modo si spiega perché gran parte di questi volumi sono dedicati a diversi saggi di traduzioni del poema. Più meritori furono i saggi di bibliografia delle traduzioni tedesche della Commedia, e gran merito del Daffner fu quello di aver dato lo stimolo a Th. Ostermann per la compilazione della sua grande bibliografia. In questi volumi apparvero inoltre poesie encomiastiche, nonché saggi divulgativi su D.; uscirono però anche alcuni articoli di solida erudizione e di netta impostazione critica.
Ben altro carattere, più critico e più erudito, ebbe fin dall'inizio la nuova serie che, continuando sotto lo stesso titolo e mantenendo la vecchia numerazione, si cominciò a pubblicare sotto la direzione dello storico Friedrich Schneider, professore a Jena, coadiuvato dallo storico W. Goetz. Dopo la morte dello Schneider avvenuta nel 1962, la direzione passò al romanista A. Noyer-Weidner (vol. XLI e ss.) di Monaco di Baviera.
Se la rivista pur sempre ha continuato a rivolgersi a un pubblico colto di non-specialisti, non sono mancati contributi critici e filologici di notevole livello scientifico. Per la bibliografia, si veda alla voce Deutsche Dante-Gesellschaft.