Vedi DEXAMENOS dell'anno: 1960 - 1960
DEXAMENOS (Δεξαμενός)
Incisore di gemme nativo di Chio, vissuto nella seconda metà del V sec. a. C., la cui esistenza è solamente testimoniata da quattro pietre su cui è apposta la sua firma: 1) calcedonia del Fitzwilliam Museum a Cambridge, su cui è raffigurata una donna seduta alla toilette con un'ancella, secondo lo stile dei rilievi funerarî attici; 2) diaspro dell'Ermitage con un airone stante che rivolge il capo e nel fondo una cavalletta; 3) calcedonia dell'Ermitage con airone volante ove l'artista si è firmato anche con l'etnico; 4) diaspro da Karà (Attica), già nella Collezione Evans, poi Warren, ora a Boston, con testa-ritratto di un uomo barbato reso con realismo e aderenza fisiognomica. A queste pietre firmate ne sono state aggiunte molte altre, per lo più con figure di animali, ove si è voluto riconoscere lo stile di D.; questo stile, contraddistinto da una delicata raffinatezza, da un'estrema minuzia e da una sicura e magistrale perfezione di linea, appare non attico, ancorchè il rinvenimento in Attica del n. 4) e in Crimea dei nn. 2) e 3) avesse fornito al Furtwängler dati per sostenere una lunga permanenza in Atene (alunnato e successiva attività di bottega) dell'artista. Cronologicamente il n. 1) si ritiene opera della gioventù (450-40) per taluni riecheggiamenti di opere ancora severe (cosiddetta Penelope) e per il bordo tratteggiato che ha in comune col n. 2) ed è carattere di arcaicità. Nel decennio 430-20 è invece collocato il ritratto n. 4), l'opera più raffinata e sapiente del maestro che, insieme col Pericle di Kresilas, è uno dei più antichi documenti del ritratto greco.
Bibl.: D. Levi, in Enc. It., s. v.; Pernice, in Thieme-Becker, IX, 1913, p. 196, s. v.; O. Rossbach, in Pauly-Wissowa, IV, 1903, cc. 284-285, s. v.; A. Furtwängler, Gemmen, III, p. 137 s., tav. XIV, 1, 3, 4; E. Ernstädt, Zum Stil des Kunst. Dex., in Nachr. russ. Ak. Gesch. Mat. Kult., IV, 1925, pp. 289-298; G. Lippold, Gemmen u. Kameen des Altertums u. Neuz., Stoccarda s. d., p. IX, tav. XLIV, 1 e XCV, 5; Ch. Picard, Manuel, Parigi 1939, II, pp. 676-677 e p. 681, n. 4; L. Laurenzi, Ritratti greci, Firenze 1941, p. 90, n. 12, tav. III.