dharma
Nella filosofia indiana, l’ordine universale, la legge religiosa e morale che ne deriva e i doveri a questa inerenti. Poiché il dh. regola insieme la vita religiosa e quella sociale il termine designa anche il complesso delle regole giuridiche che determinano e precisano i diritti e i doveri dei singoli. Il dovere rappresentato dal dh. si articola a seconda degli individui, della loro appartenenza a gruppi sociali (jāti, varṇa) e in relazione all’età, in vari sva-dh. o dh. individuali, mentre non esiste un dovere astratto e relativo a ogni essere umano in quanto tale. Quasi tutte le scuole filosofiche indiane concordano nel dire che il dh. sia al di fuori della portata delle facoltà conoscitive umane e debba perciò essere conosciuto tramite i testi sacri. Secondo alcune scuole, tuttavia, uomini straordinari (quali il Buddha o Manu, l’autore del Mānavadharmaśāstra, trad. it. Le leggi di Manu) hanno potuto conoscere direttamente il dh. tramite una sorta di intuizione intellettuale chiamata yogipratyakṣa (➔ pratyakṣa). Nella logica indiana, dh. indica una qualificazione che deve necessariamente inerire a una sostanza (dharmin). Nel canone e nella dottrina buddista, il termine dh. (pāli dhamma) designa al singolare l’insegnamento del Buddha, mentre al plurale indica ciascuno degli elementi in cui è possibile scomporre il reale. Tali elementi hanno generalmente natura di caratteristiche date nell’esperienza e non di concrete entità ontologicamente distinte (➔ Abhidharma). Per l’accezione di dh. nelle scuole giainiste, ➔ giainismo.