MIMNERMO (Μίμνερμος), di Colofone
È uno tra i principali rappresentanti dell'antica lirica ionica. I grammatici greci e latini disputavano se a lui, piuttostoché ad Archiloco o a Callino, dovesse attribuirsi il vanto di avere per primo introdotto nella letteratura il cosiddetto genere elegiaco: questione ch'è difficile risolvere per l'incerta cronologia di questi autori nei loro reciproci rapporti. Ad ogni modo, M. visse suppergiù nella seconda metà del sec. VII a. C., quando la sua patria veniva assalita e soggiogata dai Lidî. Le lotte per l'indipendenza, che risuonano in Callino, hanno qualche eco anche presso M., sebbene egli preferisse distogliere lo sguardo dalla guerra e coltivasse per lo più quegl'ideali di vita molle ed egoistica che il dominio dei Lidî naturalmente favoriva. Fu amico di Solone, che con lui scambiò alcuni versi, disputando sul tema della vecchiezza. E veramente questo era tema prediletto da M., la cui poesia, anche quando era rivolta a cantare i piaceri dell'amore, si venava di tenera malinconia e quasi di pessimismo, per il rimpianto della giovinezza che fugge, per l'impressione incombente della caducità di tutte le cose.
La produzione di M. - della quale restano pochi frammenti - era divisa, forse per opera dei grammatici alessandrini o prealessandrini, in due libri: il più noto dei quali s'intitolava Nanno dal nome d'una flautista lidia amata dal poeta. Questo libro non cantava la passione di M. per la donna amata, bensì era a lei semplicemente indirizzato: era una raccolta di elegie, o forse meglio, un poema elegiaco, piuttosto ampio e continuo, d'argomento storico-mitologico. L'altro libro invece (che Callimaco designò col termine κατὰ λεπτόν, cioè "cose spicciole") constava di brevi componimenti, sul tipo e sulla misura di epigrammi, dove in pochi distici si esprimevano le gioie dell'amore, i rimpianti della vecchiezza, i fuggevoli moti dell'animo. La raccolta Nanno servì di modello ad altri carmi analoghi, in voga nell'età alessandrina: la Lide di Antimaco di Colofone, la Leonzio di Ermesianatte, la Bittide di Filita. Il libro dei brevi componimenti fu di preferenza esaltato da Callimaco e dalla sua scuola.
I frammenti sono raccolti nell'Anthologia lyrica di E. Diehl, Lipsia 1923, pp. 39-45; una buona scelta commentata nella Nuova antologia della lirica greca di B. Lavagnini, Torino 1932, pp. 35-39.
Bibl.: W. Schmid, Geschichte der griech. Litteratur, I, Monaco 1929, pp. 361-363; G. Fraccaroli, I lirici greci, I, Torino 1910, pp. 98-107 con traduz. dei framm.); E. Romagnoli, I lirici greci, I, Bologna 1932, pp. 147-60 (con traduz.); A. Rostagni, in Rivista di filologia classica, 1928, pp. 12-15; P. Ercole, ibid., 1929, pp. 378-94.