di (de; si ha di per protonia sintattica; in composizione sempre de; nelle forme articolate il testo della Commedia a cura del Petrocchi reca sovente d'i, per cui vedi Introduzione 106 n.)
È la preposizione di gran lunga più frequente in tutti gli scritti sia in verso sia in prosa (nelle sue forme ‛ di ', ‛ d ' ', ‛ de (lo, la, le, li) ', ‛ de' ', ‛ dei ', ‛ d'i '): soltanto ‛ a ', di frequenza pur sempre minore, le è paragonabile. Le accezioni del latino classico de, già assai varie (provenienza, punto di partenza locale e temporale, argomento, inessivo locale e temporale, tutto da cui proviene una parte, materia, modalità), si arricchiscono nel latino tardo e medievale (strumento, comparazione, genetivale), e sopravvivono tutte nella preposizione italiana, che nei gruppi nominali viene assunta soprattutto a indicare genericamente il sussistere di una qualche relazione tra le cose indicate da due nomi, mentre più specifiche e varie risultano le accezioni dei sintagmi con ‛ di ' dipendenti da verbi. L'ampia gamma di accezioni e l'alta frequenza fanno sì che ‛ di ' faccia concorrenza a numerose preposizioni (‛ con ', ‛ a ' in accezioni non dativali, ‛ per ', ‛ in ' e soprattutto ‛ da ').
Qui di seguito ordiniamo l'esemplificazione degli usi distinguendo i sintagmi nominali introdotti da ‛ di ' a seconda che complementino un nome sostantivo (adnominali), un aggettivo, un verbo (adverbali); a parte consideriamo il ‛ di ' con l'infinito e in particolari nessi con altre preposizioni o con nomi formanti un gruppo preposizionale complesso. Alla fine viene dato un riepilogo della materia per complementi.
I. Usi adnominali. - 1. Complemento di specificazione generica. - È l'accezione di maggior frequenza; il sintagma introdotto da ‛ di ' indica la categoria cui appartiene ciò che è indicato dal nome reggente: dato il genere ‛ fedeli ', l'aggiunta ‛ d'Amore ' individua una specie particolare: Vn III 9 li fedeli d'Amore; Rime CII 15 il colpo de la petra; Cv I II 5 la camera de' suoi pensieri, X 8 le grandezze de le vere dignitadi, de li veri onori, de le vere potenze, de le vere ricchezze, de li veri amici, de la vera e chiara fama; II VIII 4 quello di prima fosse amore così come questo di poi; III IX 9 l'acqua de la pupilla; IV VIII 1 lo prologo de l'Etica; If I 1 Nel mezzo del cammin di nostra vita; 20 nel lago del cor; 37 principio del mattino; 43 l'ora del tempo; II 24 il successor del maggior Piero; 100 nimica di ciascun crudele; 106 la pieta del suo pianto; III 62 la setta d'i cattivi, V 118 al tempo d'i dolci sospiri, X 59 altezza d'ingegno, XXII 25 l'orlo de l'acqua d'un fosso, XXX 63 un gocciol d'acqua bramo, XXXI 55 l'argomento de la mente; Pg. I 99 ministro, ch'è di quei di paradiso, V 104 l'angel di Dio mi prese, e quel d'inferno, VII 80 soavità di mille odori, XI 128 l'orlo de la vita, XV 20 dal cader de la pietra, XXVI 118 Versi d'amore e prose di romanzi, XXVIII 93 arr' a lui d'etterna pace, XXXIII 141 lo fren de l'arte; Pd I 113 lo gran mar de l'essere, VII 139 L'anima d'ogne bruto e de le piante, XXXI 119 la parte orïental de l'orizzonte, XXXIII 3 termine fisso d'etterno consiglio; Fiore I 1 Lo Dio d'amor.
2. Complemento di specificazione oggettiva e soggettiva. - Con nomi d'azione e d'agente l'indicazione della categoria specificante il nome si risolve nell'indicazione di quello che, trasformando il nome nel corrispondente verbo, fungerebbe da soggetto o da oggetto. Abbiamo specificazione soggettiva in casi come Cv II II 1 lo trapassamento di quella Beatrice beata, X 3 ogni subito movimento di cose non avviene sanza alcuno discorrimento d'animo; If II 4-5 m'apparecchiava a sostener la guerra / sì del cammino e sì de la pietade, XXXIII 79 Pisa, vituperio de le genti; Pd XI 99 la santa voglia d'esto archimandrita. Più frequentemente è ravvisabile la specificazione oggettiva, in casi come: Rime L 13 conforto de la sua virtute; Cv I I 4 due cagioni... l'una de le quali è induttrice di necessitade, l'altra di pigrizia, II 15 Movemi timore d'infamia, e movemi desiderio di dottrina, X 10 Mossimi... per gelosia di lui; If I 45 la vista che m'apparve d'un leone; II 16 l'avversario d'ogne male, XIII 12 tristo annunzio di futuro danno; Pd XXVII 42 ad acquisto d'oro.
3. Complemento di appartenenza. - In numerosi casi la relazione tra nomi individuata dal ‛ di ' si determina come relazione di appartenenza o possesso; il nome introdotto da ‛ di ' indica allora il possessore, il parente, il tutto cui una parte appartiene: Cv I I 4 de li uomini lo maggior numero, I 10 a' piedi di coloro che seggiono, IV VII 7 una parte de la campagna, VIII 1 Uno de' più belli e dolci frutti di questo ramo; If I 13 al piè d'un colle, 74 figliuol d'Anchise, II 13 di Silvïo il parente, 77-78 ogne contento / di quel ciel c'ha minor li cerchi sui, XIII 29 qualche fraschetta d'una d'este piante, XV 110 Francesco d'Accorso, XXIV 14 in poco d'ora, XXV 32 la mazza d'Ercule, XXVI 35 'l carro d'Elia; Pg VI 124 le città d'Italia, VII 131 Arrigo d'Inghilterra, XI 44 la carne d'Adamo; Pd IX 25 In quella parte de la terra prava; Fiore I 4 nel giardin di Piacer.
4. Complemento di origine. - Prossimo al precedente, dal quale talora non è ben distinguibile, è l'uso di ‛ di ' per indicare il luogo da cui ha origine una persona. In tale impiego forte è la concorrenza con ‛ da ' (v.): If XX 68 quel di Brescia, XXII 82 quel di Gallura, 48 I' fui del regno di Navarra nato; Pg. III 124 'l pastor di Cosenza, XXVI 120 quel di Lemosì; Pd X 99 esso Alberto / è di Cologna, e io Thomas d'Aquino, XXX 148 quel d'Alagna.
5. Complemento di qualità, modo e misura. - Il ‛ di ' introduce la designazione della qualità, della misura caratteristica del designato dal nome reggente: Cv I XI 9 una ripa di mille passi, VI 3 signori di sì asinina natura, II V 4 donzella di tredici anni; If II 19 omo d'intelletto, III 26 parole di dolore, accenti d'ira, II 76 donna di virtù; Pg VII 130 Vedete il re de la semplice vita; Pd XXVII 8 vita intègra d'amore e di pace.
6. Altri complementi adnominali. - a) Complemento di argomento: Cv II III 17 di cui è fatta menzione; If I 54 la speranza de l'altezza. b) Complemento di materia: Cv I X 1 pane di biado e non di frumento; Fiore IV 1 Con una chiave d'or mi fermò il core. c) Complemento di limitazione: Pg XII 64 Qual di pennel fu maestro o di stile.
II. Usi in dipendenza da aggettivi. - 1. Complementi di abbondanza, privazione, limitazione, causa. - Il sintagma introdotto da ‛ di ' assume valori variabili a seconda del senso dell'aggettivo: Vn XL 7 lontana de la sua patria; Rime LXVIII 19 magro / de la persona; Cv I I 5 di perdono degne, 6 di questo cibo... affamati, 13 non sono degni di più alto sedere, VI 11 familiare di tutti, X 6 geloso di quello, XI 15 glorioso di tale acquisto, 4 cieco de li occhi sensibili; If I 11 pien di sonno, III 48 'nvidĭosi son d'ogne altra sorte, 74 di trapassar... sì pronte, VIII 32 pien di fango; Pg II 62 esperti d'esto loco, XXII 146 contente furon d'acqua, XXVI 45 queste del gel, quelle del sole schife, XXVII 27 d'un capel calvo, XXXII 120 d'ogne pasto buon parea digiuna, 157 di sospetto pieno e d'ira crudo; Pd II 75 fora di sua materia sì digiuno, XII 141 di spirito profetico dotato, XIV 67 di chiarezza pari, XXV 16 piena di letizia, XXXI 51 atti ornati di tutte onestadi.
2. Complemento di comparazione. - Con aggettivi di grado comparativo o superlativo, con ‛ più ', i sintagmi introdotti da ‛ di ' indicano il termine del confronto: Cv II VIII 10 l'uomo è perfettissimo di tutti li animali; If XXII 117 tu sol più di noi vali, XXVI 92 più d'un anno, XXVIII 137 Achitofèl non fé più d'Absalone, XXX 87 men d'un mezzo; Pg II 45 più di cento spirti, VII 127 Tant'è del seme suo minor la pianta, XI 41 c'è più d'un varco; Pd V 103 ben più di mille splendori, 132 lucente più assai di quel ch'ell'era, XXVI 78 rifulgea da più di mille milia, XXXI 131 più di mille angeli festanti.
III. Usi adverbali. - 1. Complemento di origine e di allontanamento. - In dipendenza da verbi indicanti movimento, allontanamento, il nome introdotto dal ‛ di ' indica il punto dello spazio o del tempo dal quale il soggetto si allontana o allontana altri, dal quale proviene il soggetto, in senso sia proprio sia figurato: Rime LXIX 5 De gli occhi suoi gittava una lumera; Cv I II 14 lo processo... fu di [non] buono in buono, e di buono in migliore, e di migliore in ottimo; If I 53 la paura ch'uscia di sua vista, 74 venne di Troia, 114 trarrotti di qui, II 47 d'onrata impresa lo rivolve, 83-84 scender qua giuso... / de l'ampio loco ove tornar tu ardi, 105 uscì per te de la volgare schiera, 112 venni qua giù del mio beato scanno, XIII 11 cacciar de le Strofade i Troiani, 43 de la scheggia rotta usciva insieme / parole e sangue, XX 58 Poscia che 'l padre suo di vita uscìo, XXIII 11 nacque di quello un altro, XXIV 65 una voce uscì de l'altro fosso; Pg I 68 de l'alto scende virtù, III 79 Come le pecorelle escon del chiuso, VII 21 dimmi se vien d'inferno, e di qual chiostra, VIII 37 Ambo vegnon del grembo di Maria, 119 di lui discesi, XI 99 fors'è nato / chi l'uno e l'altro caccerà del nido, XX 50 di me son nati i Filippi e i Luigi; Pd IV 132 al sommo pinge noi di collo in collo, XII 66 uscir dovea di lui, XXVI 62 tratto m'hanno del mar de l'amor torto, XXXII 13-15 puoi tu veder così di soglia in soglia / giù digradar, com'io ch'a proprio nome / vo per la rosa giù di foglia in foglia.
2. Complementi di materia e di causa e strumento. - Rime LXVIII 18 e de la doglia diverrò sì magro; Cv I I 9 fonte vivo, de la cui acqua si refrigera la naturale sete, 14 canzoni sì d'amor come di vertù materiate, IV 10 quando è maculato d'alcuno colpo di fortuna; e quando è maculato d'infamia di parenti; II VI 7 pensiero accompagnato di consentimento, I VI 8 uno abituato di latino; If I 15 m'avea di paura il cor compunto, 17 vestite già de' raggi del pianeta, III 67 Elle rigavan lor di sangue il volto, 68 mischiato di lagrime, V 90 noi che tignemmo il mondo di sanguigno, XIII 77-78 la memoria mia... giace / ancor del colpo che 'nvidia le diede, 111 noi fummo d'un romor sorpresi, XVIII 106 Le ripe eran grommate d'una muffa, XIX 112 Fatto v'avete dio d'oro e d'argento, XXIII 25 S'i' fossi di piombato vetro, XXIV 140 di tal vista... non godi; Pg I 54 de la mia compagnia costui sovvenni, II 82 Di maraviglia... mi dipinsi, V 131 riposato de la lunga via, III 118-119 Poscia ch'io ebbi rotta la persona / di due punte mortali, io mi rendei, IX 4 di gemme la sua fronte era lucente, X 31 esser di marmo candido, XXIX 125 di smeraldo fatte, XXXI 129 saziando di sé, di sé asseta; Pd VIII 62 quel corno d'Ausonia che s'imborga / di Bari e di Gaeta e di Catona, X 110 La quinta luce... / spira di tale amor; Fiore I 7-8 Allor gli piacque... / che di cinque saette mi piagasse.
Una particolare categoria di complementi di materia si ha in quei casi in cui ‛ di ' introduce il nome designante ciò che è trasformato nell'oggetto del verbo: If XIII 123 di sé e d'un cepuglio fece un groppo, XXIII 30 d'intrambi un sol consiglio fei, XX 1 Di nova pena mi conven far versi, XXVIII 27 merda fa di quel che si trangugia; Pd VIII 147 fate re di tal ch'è da sermone, X 65 far di noi centro e di sé far corona, XII 103 Di lui si fecer poi diversi rivi.
3. Complemento di modo e maniera. - Cv I I 14 La vivanda di questo convivio sarà di quattordici maniere ordinata, IV 2 la presenza fa la persona di meno valore, XII 1 un altro rispondesse a lui di sì, II VII 10 questo pensiero, che di nuovo apparisce, IV V 18 li Franceschi... prendeano di furto Campidoglio; If IX 19 Di rado / incontra, XIV 14 d'altra foggia fatta, XXII 73 Draghignazzo... volle dar di piglio, 114 io non ti verrò dietro di gualoppo, XXIII 37 Lo duca mio di sùbito mi prese; Pg III 107 biondo era e bello e di gentile aspetto, VIII 63 gente di sùbito smarrita, 76 di lieve si comprende, IV 116 d'un color fora col suo vestimento, XXIII 30 Maria... diè di becco; Pd IV 55 sua sentenza è d'altra guisa, XIV 124 elli era d'alte lode.
4. Complemento di stato in luogo spaziale e temporale. - Nell'accezione inessiva, che può considerarsi un'estensione della precedente, il sintagma con ‛ di ' indica la modalità spaziale o temporale dello svolgersi di un'azione ed è spesso costituito, oltre che da ‛ di ', da avverbi di tempo e luogo: Cv I I 9 di sopra è nominata, 17 di sotto, nel quarto trattato di questo libro, sarà propria ragione mostrata, 18 la vera intenzione... di fuori mostrano le canzoni predette; If I 40 mosse di prima quelle cose belle, III 112 d'autunno si levan le foglie, XX 48 lo Carrarese che di sotto alberga, 81 suol di state talor esser grama, XXVI 131 lo lume era di sotto da la luna, XXXII 25-26 Non fece al corso suo sì grosso velo / di verno la Danoia in Osterlicchi, XXXIV 118 Qui è da man, quando di là è sera; Pg V 37-38 Vapori accesi non vid'io sì tosto / di prima notte mai fender sereno, XXII 67 come quei che va di notte, XXVII 44 volenci star di qua?; Pd II 90 di retro a sé piombo nasconde, XXV 98 " Sperent in te " di sopr'a noi s'udì; Fiore III 1-2 Del mese di gennaio, e non di maggio, / fu quand'i' presi Amor a signoria.
5. Complemento di argomento. - È l'accezione del latino de più robustamente rappresentata nella prosa classica; ben attestata negli scritti di D., da essa si sviluppano, tra l'altro, gli usi del ‛ di ' come reggente di infinitive (v. sopra, III): Vn II 8 di lei si potea dire quella parola del poeta Omero; Rime LX 4 trattiam di nostra donna, LXXXV 2 O dolci rime che parlando andate / de la donna gentil che l'altre onora; Cv I II 2 parlare alcuno di se medesimo pare non licito; If I 8-9 per trattar del ben ch'i' vi trovai, / dirò de l'altre cose ch'i' v'ho scorte, 64 Miserere di me, 73 cantai di quel giusto, II 51 di te mi dolve, 66 per quel ch'i' ho di lui nel cielo udito, 74 di te mi loderò sovente a lui, 88 Temer si dee di sole quelle cose, 95 si compiange / di questo 'mpedimento, 113 fidandomi del tuo parlare onesto, 125 curan di te, IV 93 di ciò fanno bene, X 105 nulla sapem di vostro stato umano, XV 103 Saper d'alcuno è buono, XXIII 6 el parlò de la rana e del topo, XXV 97 Taccia di Cadmo e d'Aretusa Ovidio, XXVI 62 Deïdamìa ancor si duol d'Achille; Pg I 4 canterò di quel secondo regno, III 43-44 io dico d'Aristotile e di Plato / e di molt'altri, V 133 ricorditi di me, che son la Pia, XI 120 chi è quei di cui tu parlavi ora?, XXI 129 quelle parole che di lui dicesti; Pd II 51 là giuso in terra / fan di Cain favoleggiare altrui, XI 40 De l'un dirò, però che d'amendue / si dice l'un pregiando, XVI 86 io dirò de li alti Fiorentini, XXI 95 de l'etterno statuto quel che chiedi, XXVIII 135 di sé medesmo rise.
6. Altri complementi. - a) Complemento di limitazione e privazione: fortemente affine ai precedenti, ma nella più generica accezione di " quanto a ", " in rapporto a ": If XXVI 81 s'io meritai di voi assai o poco, XXXIII 86 aver tradita te de le costella; Pg XXXII 39 una pianta dispogliata / di foglie e d'altra fronda in ciascun ramo; Pd X 121-123 Or se tu l'occhio de la mente trani / di luce in luce dietro a le mie lode, / già de l'ottava con sete rimani; Fiore II 2 Sentendomi ismagato malamente / del molto sangue ch'io avea perduto. In nesso con questi si possono considerare i complementi di pena e colpa: Pg XXXII 121 riprendendo lei di laide colpe. b) Complemento di appartenenza: Cv IV IX 16 diffinire di gentilezza non è de l'arte imperiale; If XXXII 57 la valle onde Bisenzo si dichina / del padre loro Alberto e di lor fue; Pg I 78-79 son del cerchio ove son li occhi casti / di Marzia. c) Partitivo: Cv I I 10 ricolgo di quello che da loro cade; Rime LXVI 12 mentre ho de la vita; Pg IX 10 meco avea di quel d'Adamo, If XXI 50 tu non vuo' di nostri graffi, 115 Io mando verso là di questi miei; Pg II 30 vedrai di sì fatti officiali.
IV. Reggenza di proposizioni. - In nesso con sostantivi come ‛ mestieri ', ‛ preghiera ', aggettivi come ‛ degno ', verbi come ‛ pensare ', ‛ dire ', ‛ chiedere ', il sintagma con ‛ di ' può essere non un nome, ma un'intera proposizione infinitiva specificante la limitazione o l'argomento. Questi nessi giustificano l'estensione del ‛ di ' in funzione di congiunzione proposizionale in dipendenza anche da altri verbi: Vn I 1 le parole le quali è mio intendimento d'assemplare in questo libello, VII 7 mi sofferino di audire, VIII 11 20 non speri mai di aver sua compagnia; Cv I I 1 tutti li uomini naturalmente desiderano di sapere, II 6 lasciare di parlare, V 10 io intendo di fare, VII 7 se a me fosse comandato di portare due guarnacche, XI 17 dice di non saper dire; If I 119 speran di venire, II 34 se del venire io m'abbandono, 54 di comandare io la richiesi, 83 non ti guardi / de lo scender qua giuso, 87 i' non temo di venir qua entro, XX 35 non restò di ruinare a valle, XXI 66 mestier li fu d'aver sicura fronte, XXVIII 44 per indugiare d'ire a la pena, XXIX 108 di palesarvi a me non vi spaventi; Pg I 19 Lo bel pianto che d'amar conforta, II 60 mostratene la via di gire al monte, III 99 cerchi di soverchiar questa parete, X 97 io mi dilettava di guardare, XXIX 27 non sofferse di star sotto alcun velo; Pd XXXIII 6 non disdegnò di farsi sua fattura; Fiore II 14 Pensa di farmi lealtate.
V. Nessi preposizionali. - La preposizione ‛ di ' appare in nesso con altre preposizioni o con locuzioni preposizionali includenti sostantivi e mostra diversi valori: con ‛ guisa ', ‛ luogo ', ‛ mestieri ', ‛ verso ', ‛ inver ', ‛ rimpetto ', ‛ appresso ', ecc., ha il valore di specificazione; con ‛ fuori ' il valore di stato in o moto da luogo. Cfr. ad esempio: Cv I I 8 sanza misericordia... inver di quelli, II 1 tengo luogo di quelli, IV 3 a guisa di pargoli, XI 5 appresso di questa; If XXVIII 79 gittati saran fuor di lor vasello, 122 a guisa di lanterna, XXX 112 Tu di' ver di questo, XXXII 32 col muso fuor de l'acqua; Pg I 17 tosto ch'io usci' fuor de l'aura morta, VI 66 a guisa di leon quando si posa, 142 verso di te, XIII 102 lo mento a guisa d'orbo in sù levava, XXIX 89 a rimpetto di me; Pd IV 130 a guisa di rampollo.
A seconda dei nessi in cui si colloca ‛ di ' può dunque essere impiegato in varie distinte accezioni, che elenchiamo qui di seguito (tra parentesi rinviando ai paragrafi precedenti): oltre che fungere da reggente di infinitive (IV) e contrassegno del partitivo (III 6 c), ‛ di ' introduce i complementi di abbondanza (II 1), allontanamento (III 1, V), appartenenza (I 3, III 6 b), argomento (I 6 a, III 5, IV), causa (II 1, III 2), comparazione (II 2), limitazione (I 6 c, II 1, III 6 a), materia (I 6 b, III 2), modo (I 5, III 3), misura (I 5), origine (I 4, III 1), privazione (II 1, III 6 a), qualità (I 5), specificazione generica (I 1, V), oggetiva (I 2) e soggettiva (I 2), stato in luogo (III 4, V), strumento (III 2).