Diabolik
Il Re del Terrore
Protagonista da quasi mezzo secolo di una fortunata serie di fumetti italiani, Diabolik è un eroe del male che fa simpatia perché ‒ oltre a essere geniale, bello ed elegante nella sua aderente calzamaglia nera ‒ anche se ruba a man bassa e magari ammazza non se la prende mai con la gente comune
Negli anni Sessanta del secolo scorso tutti i fumetti italiani (e non solo italiani) seguivano più o meno la stessa formula: 'Cattivo attacca buono (o amico del buono). Buono reagisce. Buono vince, cattivo sconfitto'; il buono della situazione era di solito il protagonista della serie. Immaginate dunque lo scalpore che suscitarono due amabili sorelle milanesi, Angela e Luciana Giussani, allorché, nel 1962, ribaltarono completamente lo schema trasformandolo in 'Cattivo attacca buono. Buono reagisce. Cattivo vince, buono sconfitto'. In questo caso il protagonista della serie era proprio il cattivo, il quale, del resto, portava un nome che evocava malvagità, grazie anche alla dura e tagliente lettera k finale: Diabolik.
Diabolik era ed è ‒ perché da allora non ha mai smesso di compiere le sue malefatte ‒ un ladro assolutamente privo di scrupoli che non esita a commettere ogni sorta di nefandezze per raggiungere il suo scopo: quello di impadronirsi di un bottino solitamente costituito da pietre preziose, per le quali sembra provare un'irresistibile attrazione. Veste un'aderente calzamaglia nera che lascia scoperti solo gli occhi "grigi come l'acciaio" e che gli permette di mimetizzarsi nel buio della notte; per i suoi colpi utilizza strumenti sofisticati e, soprattutto, perfezionatissime maschere di plastica con le quali prende le sembianze di chiunque; agisce insieme a Eva Kant, una compagna alla quale è legato da un profondo amore. Il suo implacabile avversario si chiama Ginko (nessuno sa quale sia il suo nome di battesimo), un ispettore abile e intelligente, ma, evidentemente, molto sfortunato: da decenni, infatti, gli dà una caccia serrata: tuttavia, per una ragione o per l'altra, il Re del Terrore ‒ come Diabolik è stato soprannominato ‒ riesce sempre ad avere la meglio.
L'uscita di Diabolik scatenò grande scandalo, e molti tuonarono contro la sua immoralità. Vi furono denunce e processi, e le sorelle Giussani si difesero dicendo che i cattivi letterari esistevano da sempre, e che Diabolik era meno ipocrita di certi apparenti 'buoni' i quali, come l'agente segreto James Bond, ne combinavano di tutti i colori con il beneplacito della legge. Per di più Diabolik possiede una sorta di codice d'onore: solitamente se la prende con chi è peggiore di lui (mafiosi, spacciatori di droga e così via); mantiene la parola data; rispetta il suo avversario Ginko, che non colpirebbe mai a tradimento. Ai nostri tempi, abituati a cattivi reali e ben più temibili, la levata di scudi contro Diabolik ‒ che ora è tranquillamente accettato da chiunque ‒ fa un po' sorridere.
Il grande successo di Diabolik deriva, oltre che dalle storie sempre ingegnose e ricche di colpi di scena, dal fatto che, in fondo in fondo, chiunque vorrebbe essere un po' come lui: invincibile, indipendente, in grado di prendersi subito ciò che vuole senza curarsi di nulla e di nessuno.
Ma prima di Diabolik erano esistiti molti altri eroi negativi, anche se non a fumetti: le stesse sorelle Giussani ammettevano di essersi ispirate al protagonista di una serie di romanzi popolari francesi usciti agli inizi del Novecento, interpretati da un supercriminale chiamato Fantômas.
Non bastano però le caratteristiche di malvagio a spiegare l'enorme fortuna di Diabolik rispetto a quella dei suoi predecessori e dei tanti imitatori che sono nati dopo di lui. Forse la vera ragione è che quando non è impegnato nei suoi colpi, Diabolik vive esattamente come qualunque tranquillo impiegato. Con tutti i diamanti che ha rubato, potrebbe permettersi di abitare in un palazzo, invece i suoi 'rifugi' sono arredati semplicemente; va di rado in vacanza e mai in posti troppo lussuosi, e spesso passa le serate con Eva a guardare la televisione. Chiunque, la sera, può immaginare di essere Diabolik e che, la mattina seguente, invece di timbrare il cartellino in ufficio andrà a svaligiare un'inviolabile cassaforte.