DIADUMENOS
Rappresentazione di un atleta che si allaccia attorno al capo la benda della vittoria; a partire circa dal 470 a. C. questo soggetto fu trattato nell'arte minore. È un motivo affine a quello dell'uomo che alza le braccia al proprio capo inghirlandato. Altri esemplari mostrano l'atleta che si annoda i capelli prima di iniziare i giochi ginnici; verosimilmente questo è il motivo della statuetta in bronzo proveniente da Sparta, ora ai Musei di Berlino (inv. 8576). Analogo soggetto deve aver ispirato a Fidia una statua espressamente definita Anadùmenos (ἀναδεῖν = legare in alto) e che, combinando un passo di Pausania (vi, 10), raffigurava forse nell'atleta vincitore il giovane Pantarkes, caro a Fidia. Sempre alla cerchia di Fidia appartengono due di questi tipi statuarî: il D. Farnese a Londra, British Museum, e il D. Petworth, del quale esistono numerose repliche. Con ogni probabilità si può ritenere che quest'ultimo tipo risalga al D. di Fidia.
Plinio (Nat. hist., xxxiv, 55) enumera tra le statue di Policleto un adolescente nell'atto di porsi intorno al capo una benda e che egli perciò designa con la parola greca di d. (διαδεῖν = fasciare). Questa statua, conservatasi in varie repliche, può essere identificata con certezza. L'originale in bronzo era senza il sostegno, a cui non hanno potuto rinunziare per ragioni di statica le copie romane eseguite in marmo. La composizione della figura è relativamente instabile: la gamba sinistra è spinta molto indietro, la gamba destra, che assicura l'equilibrio della statua, è sottoposta ad una pressione maggiore che nelle precedenti opere di Policleto. Nella replica trovata a Delo (Museo Nazionale di Atene) l'arco e la faretra, gli attributi di Apollo, poggiano contro il sostegno, a forma d'albero, della gamba destra. Pare sicuro che in questa replica sia rappresentato Apollo. D'altra parte è assai più verosimile che il copista abbia decorato una statua di Apollo con gli attributi del nume, anziché aver trasformato una statua di atleta in una di Apollo. Infatti, attraverso Pausania (i, 8, 4) e su monete, si conoscono statue che rappresentano Apollo in questo atteggiamento.
La statua in bronzo d'epoca ellenistica, già proprietà di Federico il Grande di Prussia, oggi nei Musei di Berlino, ritenuta in base alla tradizione letteraria un orante, opera dello scultore Boidas (v.), è stata ora interpretata come la rappresentazione di un giovanile atleta che tiene nelle mani tese la benda del vincitore.
Bibl.: E. Langlotz, Frühgriech. Bildhauerschulen, tav. 36 b; cfr. G. Hafner, Zum Epheben Westmacott, tav. 2-4; altri tipi: E. Langlotz, Phidiasprobleme, 110, n. 2; G. Becatti, Problemi Fidiaci, Milano 1951, p. 151 ss.; Hauser, in Oesterr. Jahreshefte, VIII, 1905; IX, 1906; XII, 1909; G. Hafner, in Oesterr. Jahreshefte, XXV, 1943.