DIAKONIKON
Nell'edificio di culto d'età paleocristiana o bizantina è la sacrestia destinata a conservare gli arredi e le vesti liturgiche e nella quale avviene la vestizione degli officianti. È situato a fianco dell'abside al termine della navatella destra (quindi a S nelle chiese orientate); gli fa riscontro sul lato opposto la pròthesis (v.). Il termine vale anche per il solo altare di fondo della navata destra nelle chiese a tre absidi con iconostasi che taglia tutte e tre le navate, in quanto, in tal caso, vi si svolgevano le stesse cerimonie.
L'origine delle due sacrestie affiancate all'abside e la loro diversa destinazione si fa risalire alla Siria poiché in quella regione se ne trovano esempî fino dal sec. IV. Ma occorre notare che mentre in quelli più antichi (Umm el-Gemāl, Migleia, Rueiha, Brad), i vani debbono considerarsi, almeno a quanto si può dedurre dalla loro forma e dalle aperture, del tutto equivalenti, nelle costruzioni del sec. V quello di destra, corrispondente al d., si distingue morfologicamente, trasformandosi in cappella delle reliquie, aperta con un largo arco sulla navatella e non comunicante con l'abside (Qalat-Kalota, Ksegibeh, ecc.). La ripresa del vecchio motivo siriaco nell'architettura chiesastica bizantina fu determinata dalla grande importanza assunta dalla pròthesis nello svolgimento della liturgia (piccola e grande processione) regolamentata dalla riforma attribuita a Giustino II, ma certo in uso precedentemente, oltreché da ragioni di simmetria e di pratica, poiché il d. assumeva la funzione reale di secretarium. Innumerevoli gli esempî dell'Oriente e rari, invece, quelli occidentali, sempre nell'area di maggior soggezione a Bisanzio (Ravenna, S. Apollinare Nuovo, S. Apollinare in Classe, S. Vitale; Parenzo; Roma, S. Giovanni a Porta Latina; Torcello, ecc.).
Bibl.: H. Leclercq, in Dict. d'arch. chrétienne, XIII, c. 2390, s. v. Pastophorium; J. Lassus, Sanctuaires chrétiens de Syrie, Parigi 1947, p. 194 ss.