Dialettica dell'Illuminismo (Dialektik der Aufklarung)
(Dialektik der Aufklärung) Opera di M. Horkheimer e Th.W. Adorno scritta in esilio, fra il 1942 e il 1944, e pubblicata nel 1947. L’Illuminismo, indagato nella sua tensione «autodistruttiva», è individuato non nel periodo e negli autori che storicamente lo delimitano (il sec. 18°, fino a Kant ca.), ma nell’intera vicenda del «dominio» dell’uomo sulla natura mediante la scienza e la tecnica, a partire dall’Homo sapiens. In tal senso già Ulisse ne incarna il «mito», così come la Juliette di Sade ne incarna la «morale». La ragione origina il mito del «progresso» e della civiltà, ma si rovescia dialetticamente in «barbarie» e positivismo, ridotta a strumento di dominio e di autoconservazione. Essa diventa criterio soggettivo di una classe domi-nante che gestisce la realtà secondo i propri interessi. Tale strumentalizzazione origina la «tecnocrazia» e l’«industria culturale» che produce «mistificazione». La ragione illuminista diviene «matematica, macchina, organizzazione» e «reifica le anime», diventando essa stessa totalitarismo; per tale motivo, è necessario contrapporle una «conciliazione», sia con la natura sia con l’umanità.