Diana
Inesistente fiume sotterraneo, che i Senesi vanamente cercarono, spinti dalla scarsità di acqua dovuta alle condizioni naturali del luogo ove sorge la loro città. La Diana, secondo il Revelli (Italia 156-157), sarebbe stata probabilmente una specie di corrente carsica soggetta a deviazioni, che la leggenda pretendeva in comunicazione diretta col mare (anche nelle Chiose Vernon si legge che " il fiume capitava al porto di Talamone ", ma qui sembra evidente l'errore dovuto a errata interpretazione del testo dantesco).
Secondo l'Anonimo la citazione dantesca può riferirsi all'ipotetico fiume, oppure può significare " ch'egliono cercono di trovare Diana, cioè la Dea delle fonti, che da' poeti è così chiamata, poiché cercano l'acqua da tante parti "; un antico cronista, il Tommasi, dice invece che " lo chiamavano la Diana, applicando il desiderio loro all'honore di quella bugiarda Dea "; per il Barbagli-Petrucci il nome è ricordo di qualche fonte senese, del tempo romano, dedicata alla dea.
Quale che sia l'origine del nome, sembra comunque certo che le ricerche s'iniziarono da quando, nel 1176, i frati del Carmine scoprirono una vena d'acqua e costruirono un pozzo che reca appunto il nome di " pozzo Diana ". Di questo pozzo l'Aquarone ci fornisce le misure: m 2,60 di diametro, m 40,64 di profondità. Le ricerche, che secondo il Revelli (Italia 157) furono particolarmente intense nella parte interna della città medievale a ponente della porta meridionale del cardine romano, furono a più riprese incoraggiate da deliberazioni comunali e compiute a spese del comune stesso. Ancora il 5 agosto 1295 il Consiglio Generale della Campana delibera intorno alla ricerca dell'acqua della Diana.
D. ricorda le vane ricerche dei Senesi in Pg XIII 151 ss., ove Sapia dice: Tu li vedrai tra quella gente vana / che spera in Talamone, e perderagli / più di speranza ch'a trovar la Diana; / ma più vi perderanno li ammiragli. Egli accomuna le ricerche della Diana all'acquisto del castello di Talamone avvenuto nel 1303; i Senesi hanno mal riposto le loro speranze e i loro denari nell'acquisto di uno sbocco al mare, così come già hanno fatto nella ricerca della Diana. È la voce malevola dei Fiorentini contro i Senesi che egli inserisce nell'invettiva di Sapia contro i propri concittadini.
Bibl. - G. Tommasi, Dell'historie di Siena, I, Venezia 1625, 53 ss., 169 ss.; G. Gigli, Diario Sanese, Siena 1722, II 28; C. Mazzi, Documenti senesi intorno a persone o ad avvenimenti ricordati da D.A., in " Giorn. d. " (1894) 31-32; G. Piccolomini, Siena illustre per antichità celebrata, manoscr. della Bibl. Comun. di Siena, C. II 23, f. 5; B. Aquarone, D. in Siena ovvero accenni nella D.C. a Cose Sanesi, città di Castello 1889, 57-59; F. Barbagli-Petrucci, Le fonti di Siena e i loro acquedotti, Firenze 1906; P. Rossi, in D. e Siena, Siena 1921, 14-16.