DÍAZ de Toledo, Pedro
Erudito spagnolo, nato forse a Siviglia nella prima metà del sec. XV e morto a Málaga nel 1499. Consigliere di Juan II, passò per i gradi del sacerdozio fino ad ottenere il vescovado di Málaga (1487). Prima del 1454 aveva tradotto il De Moribus di Martino da Braga e la raccolta medievale dei Proverbios dello Pseudo-Seneca con glosse di carattere moralistico. Altre note erudite, tratte dai libri sacri e dai classici, il D. aggiunse al Centiloquio del Marchese di Santillana, suo protettore e per il quale scrisse il Diálogo en la muerte del marqués, esortando al disprezzo della morte e condannando il suicidio. Ma il suo merito maggiore è quello di avere iniziato in patria la divulgazione di Platone, traducendo il Fedone per il tramite di Leonardo Bruni, e l'Axiocus, attribuito al filosofo greco, attraverso la traduzione di Cencio de' Rustici.
Bibl.: A. Paz y Melia, Opúsculos literarios de los siglos XIV à XVI, Madrid 1892, pp. 242-361; A. Bonilla y San Martín, nell'introduz. all'Jon, dialogo tradotto da A. Ucalengo, Madrid 1901, pp. xi-xxv; M. Schiff, La Biblioth. du marquis de Santillana, Parigi 1905; A. Farinelli, Italia e Spagna, I, Torino 1929,p. 410 segg.; il Farinelli attribuisce al D. la raccolta anonima Flores i sentencias de la Vida de Soledumbre, tratta dal De vita solitaria del Petrarca.