dibarbare
Vale " sradicare ", in Pg XXXI 70 Con men di resistenza si dibarba / robusto cerro, in una similitudine con la quale D. intende iperbolicamente significare lo sforzo che gli costa levare il mento al comando di Beatrice. L'uso del verbo non appare attestato prima di D.; ma se ne trovano esempi in testi coevi di poco posteriori: a parte lo Statuto dell'Arte della lana di Siena (ediz. Polidori-Banchi, Bologna 1863, 332), dove è usato nell'accezione tecnica di " cimare ", Si possono ricordare il volgarizzamento dei Vangeli (Venezia 1823, 65): " Gesù rispose... Ogni pianta che non piantò il padre mio celestiale, sarà isvelta e dibarbata "; e il volgarizzamento del Crescenzi (VIII 1 " La qual cosa appena si potrà fare, se imprima ottimamente non s'appiana il luogo, dibarbatone le lor radici ").