dieresi [prontuario]
La dieresi è un fenomeno fonetico, di interesse soprattutto per la metrica (➔ metrica e lingua), per cui la vocale e la semiconsonante di un ➔ dittongo sono eterosillabiche (cioè si pronunciano in due sillabe diverse). Graficamente, essa è indicata dall’omonimo segno (la dieresi), costituito da due puntini che si scrivono sopra il primo elemento grafico del dittongo ‹ ̈›.
Nel parlato la dieresi può essere generata da una pronuncia più lenta e scandita. Nello scritto si trova in poesia per ragioni di computo metrico (ovvero per la necessità di ricavare una posizione metrica in più senza dover aggiungere un’ulteriore parola al verso) oppure per rendere il verso classicheggiante: infatti in poesia è ammessa solo la dieresi che ripristina la qualità vocalica originaria di una semiconsonante / semivocale in una parola di etimo latino, per es.: pazïenza [patːsiˈɛnʦa]. Uno degli esempi più famosi è il dantesco «Dolce color d’orïental zaffiro» (Purg. I, 13).
Il contrario della dieresi è la sineresi, cioè la pronuncia di uno iato come se si trattasse di un dittongo: viaggio [ˈvjadːʒo] invece di [viˈadːʒo].