dieresi
Secondo l’originario significato greco del termine (διαίρεσις propr. «divisione, separazione», der. di διαιρέω «disgiungere»), operazione logica mediante la quale si divide un concetto generale in quelli più particolari che ne costituiscono l’estensione. La d. corrisponde con ciò alla «divisione» della logica scolastica. Con maggior precisione, il termine d. entra nel linguaggio filosofico con Platone, che di esso si valse per designare l’operazione logica per eccellenza, cioè quella dicotomia, che, modellandosi nella struttura stessa della realtà, divide ogni idea nelle due idee inferiori che la compongono, e così procedendo perviene all’idea da definire, mostrandone l’aspetto proprio (l’identico) e le differenze dalle altre idee (il diverso). La teoria platonica della d., sviluppata soprattutto nei dialoghi della vecchiaia e identificata senz’altro con la dialettica, fu radicalmente criticata da Aristotele, che, in polemica con essa, venne elaborando la sua teoria della mediazione e del sillogismo.