DIES
Famiglia di artisti (orafi, gemmari, mosaicisti) di origine veneziana attiva a Roma nei secoli XVIII e XIX.
La presenza a Roma del capostipite Antonio (Venezia 1695-Roma 1779), orefice, figlio di Giovanni, è documentata a partire dal 16 sett. 1714.
Dal 1727 al 1779, anno della sua morte, egli svolse attività di gioielliere in piazza di Spagna verso via di Propaganda, accanto al caffè degli Inglesi (era stato ammesso alla prova il 23 ag. 1733; il 27 settembre dello stesso anno aveva ottenuto la patente dietro la presentazione di un anello e il versamento di 21 scudi).
A partire dal 1759 fu aiutato nella sua attività dal figlio Ignazio, anch'egli orefice, nato a Roma nel 1730 dalla seconda moglie Anna d'Argeans. Ignazio, sposatosi con Anna Bonfiglioli nel 1776, ebbe sei figli; abitò e lavorò con il padre fino alla di lui morte nel 1779, continuando in seguito a svolgere la sua attività sempre nella stessa bottega di piazza di Spagna. Non si conosce la data di morte, avvenuta certamente prima del 1818, anno in cui la vedova con i figli risulta trasferita al n. 2 di via della Croce. Dei quattro figli maschi, Giovanni Battista e Luigi furono incisori in pietre dure, Giovanni Macario mosaicista.
GiovanniBattista (Roma 1778-ibid. 1849; a volte nei documenti di archivio solo Giovanni), figlio di Ignazio e di Anna Bonfiglioli, fu incisore in pietre dure. Nel 1795, all'età di 17 anni, ottenne il secondo premio in scultura nel concorso Pio Clementino. Abitò e lavorò sempre in via della Croce (dal 1823 al 1826 al n. 76; in seguito al n. 78; Keller, 1824; Brancadoro, 1834; Hawks Le Grice, 1841, riportano il n. 79). Morì l'11 luglio del 1849.La moglie Regina, da lui sposata quando si trovava già avanti negli anni, ed il figlio Achille fecero erigere in sua memoria un monumento sepolcrale nella chiesa di S. Carlo al Corso nel 1850.
Nella bibliografia a lui relativa si riscontrano una certa confusione tra lui e il fratello Luigi, anch'egli incisore, ed alcuni errori nei dati anagrafici di entrambi (Thieme-Becker, Forrer, Gebhart, Righetti, Bulgari lo dicono figlio del pittore ed incisore tedesco Alberto Cristoforo Dies, mentre le fonti archivistiche non lasciano dubbi circa la paternità di Ignazio); spesso è citato come Dies senza l'indicazione del nome di battesimo. È pertanto difficile stabilire a chi appartengano realmente le incisioni attribuite ai due fratelli sia nel caso di opere firmate semplicemente "Dies" (in verità non molto numerose) sia nel caso di incisioni prive di firma. A Giovanni Battista è attribuito (Eichler-Kris, 1927) un cammeo in onice con la testa di Zeus firmato "Dies" in corsivo, attualmente a Vienna. Il Catalogo ms. della collezione Paoletti indica come opere di Giovanni Battista alcune incisioni non firmate.
Alcuni testi riportano la notizia che un Dies avrebbe collaborato con numerosi altri incisori romani (A. Odelli, G. Calandrelli, G. Cerbara ecc.) alla esecuzione di numerose incisioni per la discussa collezione di gemme del principe S. Poniatowski. Si può pensare che il principe, abitante anche lui in via della Croce, si sia rivolto ad entrambi i fratelli Giovanni e Luigi. Tale collaborazione dovette effettuarsi a Roma, dove la loro presenza è documentata con continuità, e non a Firenze (Thieme-Becker), prima del 1833, anno della morte del principe. Il necessario anonimato degli autori delle pietre della collezione, con raffigurazioni di carattere mitologico o relativo a fatti della storia greco romana con firme palesemente false di incisori greci, non permette di stabilire a quale incisore appartengano le singole opere.
Luigi, quinto figlio di Ignazio e Anna Bonfiglioli, fratello di Giovanni Battista e Giuseppe Macario, nacque a Roma nel 1793 e morì dopo il 1852. Nel 1810, all'età di 17 anni, risulta tra gli "incoraggiati in scoltura" nel concorso Balestra. Con la qualifica di mosaicista è indicato nel 1818, quando abitava con la madre ed i fratelli in via della Croce n. 2. Dal 1820 al 1852 abitò con la moglie Luisa Volpi in via della Croce, prima al n. 74, poi a partire dal 1825 al n. 35. La sua attività di incisore in pietre dure dovette svolgersi in via dei Condotti ai nn. 15 e 16, così come indicano alcune pubblicazioni ad uso dei viaggiatori stranieri con elenchi, tra gli altri, di incisori di cammei (Brancadoro, 1834; Hawks Le Grice, 1841).
Nel marzo del 1822 Luigi venne nominato, con Camillo Pestrini, coadiutore agli incisori camerali Giuseppe Girometti e Giuseppe Cerbara; nel 1852 la convenzione fu annullata sia perché risultava assente per lunghi anni dallo Stato pontificio, sia perché non risultava essersi mai dedicato all'incisione in acciaio.
Firmata "L. Dies" è un'incisione di cui rimane il calco nella coll. Cades con la rappresentazione di Paride ed Elena da un bassorilievo di B. Thorvaldsen. Sono opere di "Luigi Dies Romano" i calchi nn. 1009-1012 della coll. Cades. Sono attribuiti a lui alcuni calchi non firmati della collezione Paoletti, oltre ad una Leda con cigno e ad una Galatea firmate "Dies".
Giuseppe Macario, figlio di Ignazio e Anna Bonfiglioli, fratello di Giovanni Battista e di Luigi, nacque a Roma nel 1797. Svolse attività di mosaicista, ma nel 1820 è indicato come incisore, a via della Croce n. 12, poi in via dei Condotti al n. 81 (1832-34) e al n. 80 (1841). Un figlio di Giuseppe Macario, Angelo (n. Roma 1837-m. dopo il 1870) è forse da identificarsi con l'A. Diez incisore di cammei in via dei Condotti 84 negli anni 1869-71 (AHandbook of Rome..., Murray's, London 1869-71, p. XXVII).
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Roma, Camerale II, Zecca, b. 213, fasc. 2, 8, 13 (per Luigi); Ibid., Famiglia Castellani, reg. 38 (3 nov. 1838, per Giovanni); Roma, Arch. stor. d. Vicariato, S. Andrea delle Fratte, Stati d'anime, 1727-1779; Ibid., S. Lorenzo in Lucina, Stati d'anime, 1776-79, 1782, 1818-1824, 1832, 1834, 1841; Libro dei battezzati, 1776, f. 12; 1778, f. 96; 1782, f. 116; 1785, f. 37; 1793, f. 1; 1797, f. 143; Ibid., S. Giacomo in Augusta, Libri dei defunti, 1849 (per Giov. Battista); Ibid., Stati d'anime, 1825-1852; Ibid., Istituto archeol. germanico, Descrizione di n. 8131 impronte di smalto possedute in Roma da Tommaso Cades (ms. della prima metà del XIX sec., per Luigi); Ibid., Museo di Roma, Catalogo manoscritto della collezione Paoletti (per Giov. Batt. E Luigi); Il centesimo secondo dell'anno 1795 co'pregi delle belle arti celebrato... in occasione del solenne concorso clementino…, Roma 1795, p. xiii (per Giov. Batt.); G. A. Guattani, Memorie enciclopediche romane sulle belle arti e antichità, IV, Roma 1808, p. 157 (per Ignazio e Giov. Batt.); La distribuzione de' premi solennizzata nel Campidoglio li 16 agosto 1810 ... nella ricorrenza del concorso Balestra, Roma 1810, p. viii (per Luigi); E. Keller, Elenco di tutti gli pittori, scultori, architetti... esistenti in Roma..., Roma 1824, p. 51 (per Giov. Batt.); G. Brancadoro, Notizie riguardanti le Accademie di belle arti e di archeologia esistenti in Roma con l'accurato elenco di pittori, scultori..., Roma 1834, pp. 63, 75 (per Giov. Batt. e Luigi); H. Le Grice, Walks through the studii of sculptors at Rome, Rome 1841, p. 283 (per Giov. Batt. e Luigi); C. W. King, Antique gems, their origin and value, London 1860, p. 202; Rome et ses environs (Guide Diamant), Paris 1870, p. x; S. Reinach, Pierres gravées de la collection Poniatowski, in Chronique des arts et de la curiositée, suppl. a Gazette des beaux-arts, XIII (1895), 2, p. 11; G. Lippold, Gemmen und Kameen des Altertums und der Neuzeit, Stuttgart 1922, tav. CXLI, 4; H. Gebhart, Gemmen und Kameen, Berlin 1925, p. 196; F. Eichler-E. Kris, Die Kameen im Kunsthistorischen Museum, Wien 1927, p. 218, n. 620, tav. 76; R. Righetti, Incisori di gemme e cammei in Roma dal Rinascimento all'Ottocento, Roma s.d., pp. 49 s.; A. Busiri Vici, IPoniatowski a Roma, Firenze 1971, p. 323; M. Alfieri-D. Petochi-M. G. Branchetti , Imosaici minuti romani dei sec. XVIII e XIX, Roma 1981, p. 57 (per Giuseppe Macario); W. Forrer, Biographical Dictionary of medaillists..., I, London 1904, p. 587; VII, ibid. 1923, p. 223; C. Bulgari, Argentieri, gemmari e orafi d'Italia, pt. I, Roma, I, Roma 1958, pp. 403 s.; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, IX, p. 249.