DIESIS (dal gr. δίεσις "intervallo"; fr. dièze; sp. diesis; ted. Kreuz; ingl. sharp)
È un segno del sistema musicale moderno, che viene adoperato per indicare che la nota davanti la quale esso è posto deve essere elevata di un semitono. Tale alterazione non porta alcun cambiamento al nome della nota.
Il diesis può essere collocato, stabilmente, al principio del rigo dopo la chiave o, accidentalmente, nel corso di un pezzo. Nel primo caso, che indica trasposizione della scala naturale, esso esercita la sua influenza su tutte le note collocate sulla linea o nello spazio ove il segno stesso è posto. Nel secondo caso esso non ha influenza se non sulla battuta nella quale è messo.
Poiché il diesis può essere applicato a ogni nota della scala naturale, sette sono i diesis che possono successivamente essere posti in chiave, dando luogo a sette tonalità maggiori (o sette minori) diverse. Essi procedono di quinta in quinta dal fa al si:
L'alterazione del diesis può essere annullata per l'intervento del bequadro.
Essa può, invece, essere resa più accentuata per mezzo del segno del doppio diesis per il quale il suono già alterato dal diesis viene alzato ancora di un semitono. Il doppio diesis non si pone mai in chiave ed è soltanto accidentale. La sua figura è così tracciata:
Presso gli antichi Greci la parola indicò un vero e proprio intervallo più piccolo del tono e suddividentesi in grandezze diverse (mezzo tono, un quarto di tono). Sotto l'aspetto del quarto di tono (diesis enarmonico) esso rappresentò, nella teoria aristossenica, l'estrema e ultima divisione del tono, l'intervallo più piccolo del sistema; ed ebbe larga diffusione nella pratica musicale greca. Rievocazioni del diesis enarmonico si ebbero negli ultimi tempi del Medioevo e specialmente nel sec. XV e poi nel secolo seguente. Ma furono vani tentativi. Delle varie suddivisioni del tono elaborate nel sistema greco, sola rimase quella del semitono, cioè del diesis nel significato moderno, suddivisione che del resto era praticata già fin dai tempi dell'ars nova (v.), nei quali il significato del diesis moderno si confondeva con quello del bequadro.