diessa
Trascrizione del francese antico deesse, " dea ", che ricorre due volte, sempre in rima, nei due poemetti derivati dal Roman de la Rose: la prima in Detto 79 ella si fa diessa: / né fu' né fia di essa!, detto a proposito delle pretese teologiche di Ragione (cfr., specularmente, E sì si fa chiamar il Die d'amore!, detto da Ragione in Fiore XXXVII 9); la seconda in Fiore CCXV 9 credendo che vi fosse la diessa, riferito a Venere (cfr. Roman de la Rose 3428, 20719). La voce è attestata per lo più in testi d'influsso oitanico (Fatti di Cesare, Intelligenza, ecc.). Nell'uso dantesco si alterna con Dia (Detto 210) e il più comune ‛ dea ' (v.).