difettivo (defettivo)
Aggettivo determinante la condizione di difetto. Nel senso generico di " difettoso ", " privo di qualche cosa ", in Cv III II 18 molti uomini... de la parte perfettissima paiono defettivi, e IV XII 2. In correlazione con ‛ perfetto ', come in Pd XXXIII 105 è defettivo ciò ch'è lì perfetto, Cv I VI 11 e III XV 3, vale " imperfetto " o " incompleto "; identica accezione conserva nell'accoppiamento con ‛ insufficiente ' di Cv IV XII 1 dicendo quelle [le ricchezze]... non solamente non quietare, ma... rendere altri più defettivo e insufficiente. In rapporto alla misura giusta, vale " scarso ", " insufficiente ", in Cv III IV 5 s'elli [l'intelletto] è defettivo, deggio essere biasimato (piuttosto che " erroneo ", " sbagliato ", come nel Dizionario Battaglia). In Pd XI 2 quanto son difettivi silogismi / quei che ti fanno in basso batter l'ali!, il termine ha ancora il valore di " manchevoli ", " insufficienti " e perciò " vani ". Riferito a ‛ sillogismo ', come allo strumento argomentativo proprio delle scienze umane (e quindi agl'interessi terreni che esse implicano), d. serve a porre in risalto l'inadeguatezza di queste ad attingere lo stato di contemplazione celeste al quale D. era giunto tramite Beatrice. In Cv IV X 5, a proposito della definizione della nobiltà come antica ricchezza (che ne sarebbe la ‛ materia ' o subietto) con belli costumi (che ne sarebbe la forma), D. afferma che belli costumi è ‛ defettiva forma ', o vero differenza, intendendo che quest'ultima parte della definzione, la quale individua la forma (o, come vien chiamata nel giudizio definitorio, la differenza) della nobiltà, è defettiva, cioè " manchevole ", in quanto non esaurisce ogni possibile attuazione, o forma, della nobiltà, ma anzi molto picciola parte.
Sarà bene notare che gli editori impropriamente, pongono le virgolette non già dopo, ma prima di defettiva, quasi intendendo defettiva forma come locuzione equivalente a differenza. In realtà il termine corrispondente a differenza è soltanto forma, mentre d. esprime, nel contesto, il giudizio di manchevolezza che D. dà di questo elemento della definizione. Analogamente, nello stesso passo, viene giudicato falso il subietto di tale definizione.