DIGIONE
(lat. Divio; franc. Dijon; Digun nei docc. medievali)
Città della Francia orientale, capoluogo del dip. della Côte-d'Or, in Borgogna. Posta allo sbocco della valle dell'Ouche nella pianura della Saona e attraversata dal torrente Suzon, la città è ubicata all'incrocio di due grandi vie di comunicazione: quella che fiancheggia la Côte-d'Or e ricalca l'antica arteria romana da Lione a Treviri, e la via che dal Gran San Bernardo, attraverso il Giura, si dirige verso la Manica passando per Troyes, sede di fiere famose durante il Medioevo. A partire dal sec. 6° la città era circondata da rinomati vigneti e verso E si estendevano terre fertili.Già in epoca altoimperiale è attestato un primo insediamento, la cui necropoli fornì materiali per l'edificazione di un castrum posto su di una modesta altura, dove sono state rinvenute tracce di culti mitraici, anche se il toponimo sembra evocare piuttosto un luogo sacro di epoca gallica.Gli archivi cittadini sono ricchi di documenti che risalgono al riconoscimento comunale accordato dal duca di Borgogna nel 1183; insieme ai privilegi della città si conservano le deliberazioni del Consiglio cittadino a partire dal sec. 14° e gli statuti delle arti. Gli archivi dipartimentali, così come quelli dei duchi di Borgogna e delle istituzioni religiose, in particolare delle abbazie di Saint-Bénigne e Saint-Etienne, raccolgono inoltre protocolli notarili e documenti relativi all'amministrazione della giustizia.Tra le fonti storiche su D. vanno annoverate anche una cronaca redatta nell'abbazia di Saint-Bénigne fino al sec. 12° (Chronica s. Benigni Divionensis) e la Vita di un preposito di Saint-Etienne, Garnier de Mailly, compilata intorno al 1150. Altra fonte è la vita dell'abate Guglielmo da Volpiano (990-1031), la Vita Guillelmi, redatta da Rodolfo il Glabro, che contiene informazioni su Saint-Bénigne; il periodo successivo, al contrario, non è documentato storiograficamente. Le prime raffigurazioni di D. si trovano in un manoscritto del sec. 15° con la storia dell'Hôpital du Saint-Esprit (Hôpital Général, A H 4) e nell'arazzo votivo che rappresenta l'assedio di D. da parte degli Svizzeri nel 1513 (Mus. des Beaux-Arts); la prima veduta prospettica, dovuta a Evrard Bredin, risale al 1574 (Pierre de Sainct-Julien de Balleure, 1581).Del castrum romano, dotato di trentatré torri e quattro porte disposte lungo la cinta (perimetro m. 1200), che svolse una funzione difensiva fino al 1356, non restano che una torre (la c.d. prison de saint-Bénigne) e alcune sostruzioni incorporate in edifici di epoca successiva. Una nuova cerchia di mura, edificata poco prima del 1150, circondò la città fino al secolo scorso, subendo nel tempo importanti rimaneggiamenti; il re Luigi XI la completò nel 1478 con un castello, distrutto alla fine del 19° secolo. Si conservano ancora alcune parti delle mura, in particolare una delle nove porte - quattro delle quali furono murate nel 1356 a causa della minaccia inglese -, trasformata in arco trionfale nel sec. 18°; le sostruzioni del sec. 12° sono state rinvenute nel 1991.Il tracciato viario medievale corrisponde a quello attuale, malgrado alcune aperture e ampliamenti. La principale trasformazione derivò dalla sistemazione della place Royale, completata da due strade che determinarono un nuovo asse in direzione E-O, in sostituzione di quello di epoca medievale, costituito dalla rue des Forges, che conduceva al mercato situato nell'antico cimitero di Saint-Michel. All'interno della cinta si conservarono spazi liberi che vennero ripartiti tra gli abitanti di alcuni sobborghi rasi al suolo per necessità difensive. La pavimentazione delle strade ebbe inizio nel 1374.Sul sito della necropoli romana furono erette alcune basiliche. La principale, Saint-Bénigne, venne fatta costruire dal vescovo Gregorio nel 535 ca. sulla tomba di s. Benigno (ritenuto un martire del sec. 3°); divenuta abbazia nell'871, nel 989 adottò la Regola di Cluny e fu dotata dall'abate Guglielmo da Volpiano di una chiesa - completata da una cripta di cui si conserva la parte inferiore - che bruciò nel 1137, mentre le volte crollarono nel 1271; l'attuale edificio risale al 1281-1335. La basilica funeraria di Saint-Jean, che ospitava le tombe dei vescovi, fu trasformata in chiesa parrocchiale; lo stesso accadde a Saint-Michel, che sorgeva in un'altra zona della necropoli.Nel sec. 5° D. divenne residenza dei vescovi di Langres, che tornarono nella loro sede solo nell'8° secolo. Il complesso episcopale era costituito da tre chiese all'interno del castrum, delle quali si conserva il solo Saint-Etienne (che attualmente ospita la borsa commerciale), ricostruito dopo il 1050 dal preposito Garnier de Mailly su una pianta la cui ampiezza rese necessaria la demolizione di un tratto delle mura della fortezza. Tra il 1113 e il 1116 il Capitolo adottò la Regola di s. Agostino e la chiesa divenne un'abbazia. Le abitazioni dei canonici erano poste all'interno di un recinto di cui si conserva soltanto il portale, databile al 15° secolo.Nel sec. 12° la città fu divisa in sette parrocchie, delle quali rimangono le chiese di Saint-Philibert, Saint-Jean, Saint-Michel, Notre-Dame; Saint-Médard, Saint-Pierre e Saint-Nicolas sono invece scomparse, come anche la cappella intra muros di Saint-Nicolas che nel 1513 sostituì la chiesa originaria.Il castello di D., già appartenuto al vescovo, fu incorporato nel 1016 nel ducato di Borgogna e divenne la residenza principale dei duchi, che lo abbandonarono nei secc. 13° e 14° per il vicino castello di Talant. Il palazzo Ducale era posto nel castrum, una delle cui torri serviva da donjon. Il duca Ugo III (1162-1192) lo completò con una collegiata, la Chapelle-le-Duc o Sainte-Chapelle, che Filippo il Buono (1396-1467) scelse come sede dell'Ordine del Toson d'oro nel 1432; se ne conserva solo la sagrestia, inglobata nel Mus. des Beaux-Arts. Il palazzo, restaurato da Filippo l'Ardito (1342-1404), fu ricostruito da Filippo il Buono, a cui si deve la parte medievale, realizzata prima del 1455. Da questo dipendeva la Chambre des Comptes, opera di Filippo l'Ardito, situata dove si innalza oggi il palazzo di Giustizia. Filippo l'Ardito volle completare la sua residenza con un mausoleo, fondando nel 1383 la certosa di Champmol, nei cui edifici sontuosamente decorati chiamò una comunità di Certosini. La chiesa del convento ospitava le tombe della famiglia ducale e tra gli stalli dei religiosi furono eretti i monumenti funebri di Filippo e di suo figlio Giovanni senza Paura oggi al Mus. des Beaux-Arts. Della certosa, distrutta durante la Rivoluzione francese, si conservano il portale e un pilastro della chiesa.D. non conobbe grandi realizzazioni urbanistiche e il palazzo Comunale fu costruito solo dopo il 1500; esistevano comunque un tribunale e una prigione, il c.d. auditoire de la justice, per ricavare il quale fu acquistata la maison au Singe, che prendeva il nome dal proprietario Hugues le Singe. Filippo l'Ardito donò al Comune un automa, sottratto alla città di Courtrai nelle Fiandre, che nel 1385 venne utilizzato come orologio pubblico su una delle torri di Notre-Dame ed è tuttora funzionante. Nel 1443 fu costruita una fontana pubblica, distrutta nel sec. 17°; venne eretto anche un mercato coperto, le c.d. halles Champeau, destinato a ospitare le attività dei mercanti di tessuti e dei pellettieri.Gli ospedali erano di fondazione religiosa, alcune maisons-Dieu accoglievano i pellegrini e i viaggiatori; da una di esse nacque l'hôpital aux Riches, che deve il nome a Dominique le Riche, suo fondatore. L'hôpital du Saint-Esprit, fondato nel 1202 per accogliere i bambini abbandonati, in seguito assunse le funzioni di ospedale maggiore e conserva ancora una cappella del 15° secolo. Templari e Ospedalieri possedevano commende poste fuori delle mura. Il lazzaretto che ospitava i lebbrosi era dotato di un cimitero in cui sono state ritrovate alcune lapidi con le effigi degli ammalati.Le prime case di accoglienza furono, nel sec. 12°, quelle delle abbazie cistercensi: per es. il Petit-Cîteaux, creato nel palazzo della duchessa Matilde, e la maison de Clairvaux, destinata a ospitare gli abati della filiazione di Clairvaux che si recavano al Capitolo generale dell'Ordine. In città si insediarono anche gli Ordini mendicanti: i Domenicani a partire dal 1237 (i resti del convento scomparvero alla fine del sec. 19°) e i Francescani nel 1241 (uno degli ambienti del loro convento serve attualmente da cappella per il convento dei Domenicani), entrambi gli ordini agli inizi del sec. 14° attirarono una congrega di beghine; i Carmelitani costruirono il loro convento nel 1351.D. aveva alcune scuole assai famose; il medico Girard de Bar-sur-Aube decise di fondare nel 1348 un collegio per accogliere gli studenti che frequentavano lo studium, ma il suo progetto si ridusse all'istituzione di una casa ove venivano istruiti gli enfants d'aube ('chierichetti') della Sainte-Chapelle, dai quali deriva il nome della rue des Bons-Enfants. Le confraternite non possedevano proprie sedi, ma si stabilirono nelle chiese parrocchiali e nelle cappelle dei conventi o degli ospedali.Il tessuto urbano di D. comprendeva nei secc. 13° e 14° alcune case patrizie oggi scomparse, appartenenti a vassalli del duca o a cavalieri borghesi, per es. la maison du Miroir, ricostruita alla fine del sec. 14° dai Certosini e distrutta nel 1766. La tipologia abituale delle abitazioni medievali era articolata su due piani, il secondo dei quali coperto da un tetto a spioventi; il piano terra era normalmente realizzato in pietra, spesso con un portico che serviva da bottega, mentre la parte alta era in muratura di mattoni con intelaiatura di legno. Anche i ricchi borghesi costruirono case in pietra, come quella che Guillaume Aubriot fece edificare al di sopra della voûte des Changes, il mercato dei cambiavalute, posto parzialmente nel sottosuolo.L'architettura preromanica è rappresentata a D. dalla cripta di Saint-Bénigne, che costituisce il livello inferiore di una rotonda a tre piani che ospitava la tomba del santo. Restaurata dopo la distruzione del resto dell'edificio nel corso della Rivoluzione francese, essa è coperta da una volta a crociera sorretta da colonne con capitelli cubici, spesso scolpiti, della fine del 10° secolo. Al sec. 12° appartiene la chiesa romanica di Saint-Philibert e al sec. 13° quella di Notre-Dame, in cui il coro e il corpo longitudinale riprendono l'architettura gotica della Champagne; la facciata è decorata da gallerie ad arcature sovrapposte e l'incrocio è sormontato da una torre-lanterna che subì notevoli modifiche nel sec. 19°; di grande rilievo sono le vetrate duecentesche e alcune pitture murali del 15° secolo. Della stessa epoca di Notre-Dame sono la cantina della maison de Clairvaux e il dormitorio dei Benedettini, che faceva parte del complesso di Saint-Bénigne (od. Mus. Archéologique); la chiesa di Saint-Bénigne, di poco successiva, è dotata di un'ampia navata e appartiene al Gotico borgognone.L'architettura civile annovera alcune costruzioni interessanti, quali l'hôtel Chambellan, l'hôtel Aubriot e il piccolo hôtel Berbisey, oltre a finestre dei secc. 13°-15° inglobate in edifici di epoca posteriore.Per quanto riguarda la scultura di epoca romanica, si conservano la piccola lunetta scolpita della chiesa di Saint-Philibert, quella proveniente da Saint-Etienne, rimessa in opera nel portale di Saint-Bénigne, e le due del sec. 12° appartenenti alla ricostruzione successiva al 1137 di quest'ultima chiesa (Mus. Archéologique). Provengono sempre da Saint-Bénigne un altare gotico e la statua detta della Vergine del signore di Montmartin, vicina allo stile diffuso nella Champagne agli inizi del sec. 14° (Mus. des Beaux-Arts).Alla certosa di Champmol e alle tombe dei duchi lavorarono grandi scultori. Filippo l'Ardito aveva commissionato la decorazione scultorea della chiesa dei Certosini a Jean de Marville, alla cui morte (1389) il duca affidò a Claus Sluter il compito di portare a termine la statuaria del portale. L'artista, originario di Haarlem e attivo a Bruxelles, realizzò due sorprendenti ritratti del duca e della duchessa e in seguito il gruppo del Calvario che ornava il pozzo del chiostro grande, il c.d. pozzo di Mosè (Mus. des Beaux-Arts), con bellissime statue di profeti. Sluter iniziò l'esecuzione della tomba di Filippo l'Ardito dopo il 1381, adottando la soluzione di una lastra, sulla quale riposava il giacente, sorretta da arcature dietro le quali sfila il corteo funebre, composto da chierici e da piangenti vestiti a lutto. La tomba fu continuata nel 1406 dal nipote di Sluter, Claus de Werve, e la stessa soluzione fu adottata per il monumento di Giovanni senza Paura e della sua sposa Margherita di Baviera, al quale lavorarono successivamente l'aragonese Jean de la Huerta nel 1443 e l'avignonese Antoine le Moiturier dal 1461 al 1470. Questa bottega realizzò nello stesso periodo statue e rilievi che si ritrovano in tutta la regione, anche se recenti ricerche hanno evidenziato l'esistenza di altri ateliers concorrenti di scultori che lavoravano a D.; è in ogni caso ad artisti attivi in questa città che si deve la famosa tomba di Philippe Pot (Parigi, Louvre).Della celebre decorazione in legno scolpito della certosa di Champmol non rimane che un dorsale di scranno, opera di Jean de Liège, del 1399 (Mus. des Beaux-Arts). Dipinti su tavola decoravano la certosa, da cui provengono con certezza una Deposizione al sepolcro di Simone Martini (Berlino, Staatl. Mus., Pr. Kulturbesitz, Gemäldegal.) e due grandi retabli dell'ultimo decennio del sec. 14° scolpiti da Jacques de Baerze e dipinti da Melchior Broederlam conservati al Mus. des Beaux-Arts; di altre opere si ritiene verosimilmente che possano essere appartenute alla certosa, ove ogni cella possedeva almeno una tavola devozionale.Molte altre opere significative sono conservate nel Mus. des Beaux-Arts, che deve la sua origine agli Stati provinciali di Borgogna, i quali a completamento della scuola di disegno crearono un deposito di opere d'arte che, arricchitosi considerevolmente durante e dopo la Rivoluzione francese, ha ospitato mostre di grande importanza. Tra le opere medievali ivi conservate vanno segnalate la Natività del Maestro di Flémalle (1420 ca.) e altre tavole di primitivi. Il Mus. Archéologique, creato da un'associazione erudita, conserva i due timpani di epoca romanica di Saint-Bénigne e una testa di Cristo attribuita a Claus Sluter, insieme a diverse vestigia romaniche. Il Mus. d'Art Sacre, di recente creazione, conserva alcune tombe di lebbrosi. Nella Bibl. Mun. si trovano i manoscritti miniati della biblioteca di Saint-Bénigne e i famosi manoscritti provenienti da Cîteaux (v.).
Bibl.:
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