digital tax
loc. s.le f. inv. Contributo impositivo sulle attività delle multinazionali operanti nel settore dell’informatica.
• L’altra misura per garantire maggiori risorse è la digital tax che lo stesso presidente del Consiglio aveva annunciato in arrivo per il 2017. Al Tesoro in realtà c’è chi lavora ad anticipare di un anno l’approdo nel nostro ordinamento di un’imposta che consenta di tassare i proventi delle “big” del mercato online nel Paese dove avvengono le transazioni e dunque in Italia. (Davide Colombo e Marco Mobili, Sole 24 Ore, 22 settembre 2015, p. 8) • È Francesco Boccia, presidente della Commissione Bilancio, ad aprire le polemiche. Dai microfoni di Radio radicale rilancia quanto gli sta a cuore da tempo, l’introduzione della digital tax, per far pagare l’Iva alle multinazionali del web, un’entrata di cui Boccia quantificò l’importo in circa 30 miliardi di euro. «[Matteo] Renzi ‒ spiega Boccia ‒ aveva promesso l’introduzione della digital tax dal 1° gennaio 2017, ma sulla sua approvazione si sono poi spente le luci». (Barbara Ardù, Repubblica, 13 novembre 2016, p. 24, Economia) • L’ex premier Matteo Renzi [...] prima era andato nel 2015 da Lilli Gruber per dire: «Dopo aver aspettato per due anni una legge europea dal 1° gennaio 2017 immaginiamo una digital tax». Subito dopo, con un tweet prima di un Consiglio dei ministri, aveva fatto marcia indietro. (Massimo Sideri, Corriere della sera, 10 settembre 2017, p. 5, Primo piano).
- Espressione inglese composta dall’agg. digital ‘digitale’ e dal s. tax ‘tassa, imposta’.