dilatare
" Allargare ", " distendere ", presente nella forma intransitiva pronominale e riferito propriamente a uno spazio circolare, in Pg XXXII 40 La coma sua, che tanto si dilata / più quanto più è sù, e in Pd XXX 125 (per la tormentata lezione di questo verso, cfr. Petrocchi, ad l.); o riferito all'interno volume (Pd XXIII 41 foco di nube si diserra / per dilatarsi sì che non vi cape), nel qual caso equivale a " crescere ", " svilupparsi "; così anche in XXIV 146 e Cv I III 9; vale " ingrandire ", " sviluppare " (con costrutto transitivo), in Cv I IV 1 la fama dilata lo bene e lo male oltre la vera quantità; figurato, in Pd XXII 55 così m'ha dilatata mia fidanza. Al participio vale " ben larghe ": If XIV 29 di foco dilatate falde.
Una particolare accezione assume in Cv IV XII 20 (questa ragione... fa vedere non andare ogni nostro desiderio dilatandosi per uno modo; cfr. anche, nell'edizione Simonelli, al § 13), e XIII 1-2 crescere lo desiderio de la scienza dire non si può, avvegna che, come detto è, per alcuno modo si dilati... lo desiderio de la scienza non è sempre uno, ma è molti, e finito l'uno, viene l'altro; si che, propriamente parlando, non è crescere lo suo dilatare, ma successione di picciola cosa in grande cosa ... e questo cotale dilatare non è cagione d'imperfezione, dove, notando il diverso comportamento del desiderio della scienza e quello della ricchezza, D. rileva come il primo si realizzi per atti successivi e distinti, individuati dai vari oggetti di scienza (Aristotele Anima II 4, 415a 14-23), così che ogni atto risulta compiuto e perfetto in sé stesso; il desiderio di ricchezza resta invece sempre imperfetto perché non abbraccia mai completamente il suo oggetto, quantitativamente inesauribile (per il problema della ‛ dilatazione della forma ', v. FORMA).