dilettoso
Esclusivo del Convivio, con una sola eccezione per la Commedia; " vale che suscita diletto, piacere ": in Cv II VII 5 tale è il pensiero, cioè l'atto proprio della ragione, che D. definisce soave, così chiarendo quest'aggettivo: ‛ soave ' è tanto quanto suaso ', cioè abbellito, dolce, piacente e dilettoso. Sempre in una dimensione spirituale e intellettuale è usato in Cv II XI 4, riferito alla bontade, e IV XXII 9, ove appare per tre volte in un complesso sillogismo: Dunque, se la mente si dil[et]ta sempre ne l'uso de la cosa amata, che è frutto d'amore, [e] in quella cosa che massimamente è amata è l'uso massimamente dilettoso, l'uso del nostro animo è massimamente dilettoso a noi. E quello che massimamente è dilettoso a noi, quello è nostra felicitade e nostra beatitudine; poco più oltre (§ 10) ritorna sempre nello stesso senso, usato al superlativo.
Con intenso valore figurato, in If I 77 definisce e precisa il significato allegorico del monte / ch'è principio e cagion di tutta gioia; bene spiega il Landino: " intendi a l'animo, il qual si pasce e nutrisce de la contemplazione e in quella s'acqueta e in quella si diletta ".
In tutte le accezioni, il vocabolo è attestato ampiamente nel lessico due-trecentesco.