Dillon Round
Quinto round negoziale svoltosi dal 1960 al 1962 a Ginevra nell’ambito del General Agreement on Tariffs and Trade (➔ GATT).
Nel corso degli anni, i Paesi partecipanti al GATT hanno negoziato sempre nuovi accordi commerciali, ai quali hanno aderito, di volta in volta, un numero crescente di nazioni. Ogni nuovo insieme di accordi negoziali (nonché le sessioni tenutesi per il raggiungimento degli stessi) è stato denominato round e se ne sono svolti 8 diversi per la riduzione delle tariffe doganali, con l’ulteriore aggiunta di accordi plurilaterali tra i Paesi partecipanti. I round negoziali sono stati quelli di Ginevra (1947), Annecy (1949), Torquay (1951), Ginevra (1955-56), seguiti dal D. R., dal Kennedy Round (➔; 1963-67), dal Tokyo Round (1973-79) e dall’Uruguay Round (➔; 1986-94). Dal 2001 è in corso il Doha Round (➔), lanciato durante la quarta conferenza interministeriale dell’Organizzazione mondiale del commercio (➔ WTO). In generale ciascuno di tali accordi ha portato i Paesi membri alla riduzione delle tariffe doganali sugli scambi commerciali (pur con numerose eccezioni di volta in volta previste sia per specifici prodotti sia per taluni Paesi). Nei primi anni di esistenza del GATT, lo sforzo negoziale si è concentrato soprattutto sulla riduzione della protezione daziaria dei prodotti manifatturieri, con risultati apprezzabili in termini di abbassamento delle loro tariffe, all’epoca mediamente assai elevate.
Il D. R. rappresenta un momento di transizione. Fu così denominato perché il ministro del Tesoro americano dell’epoca, D. Dillon, per primo propose di avviare tale negoziato, al quale presero parte 26 Paesi. Il D. R. si svolse in due fasi distinte. La prima fu dedicata alla negoziazione con i Paesi membri della Comunità Economica Europea (➔ CEE) per la definizione di una piattaforma di proposte comuni, che fossero definite a partire dalla tariffa esterna comune (CET, Common External Tariff; ➔ anche tariffa; Unione doganale). Nella seconda fase si svolse il round negoziale vero e proprio, che fu condotto su base bilaterale, con le varie coppie di Paesi impegnate a confrontarsi sulle rispettive liste di richieste e concessioni. L’applicazione della clausola della nazione più favorita garantì comunque l’estensione a tutti i Paesi partecipanti delle concessioni più favorevoli derivanti dai negoziati bilaterali; in altri termini impedì ogni possibile discriminazione ai danni di singoli Paesi.
Nel complesso il D. R. portò alla riduzione di tariffe doganali per oltre 4400 voci, che interessarono oltre 4,9 miliardi di dollari di scambi commerciali. Il negoziato è ricordato anche perché segnò il riconoscimento della nascita della CEE come attore economico e degli aggiustamenti collegati alla creazione di una tariffa esterna comune dei Paesi europei a essa aderenti.