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dimenticare

Enciclopedia Dantesca (1970)
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dimenticare


Questo verbo, caratteristico prevalentemente del linguaggio prosastico, presenta lo stesso significato e gli stessi usi della lingua moderna. Vale " non ricordare ", in Vn XVI 4 dimenticando quello... che... m'addivenia; XXXVII 2 e ora pare che vogliate dimenticarlo per questa donna che vi mira; XXXIX 3; anche in Cv II XV 6 non dee l'uomo... dimenticare li servigi ricevuti, dove tuttavia nel verbo è implicita anche la nozione di " trascurare ", più evidente in Cv I I 10 non me dimenticando, per li miseri alcuna cosa ho riservata; analogamente in Fiore XCVIII 12. Un'altra occorrenza di d. è in uno dei passi più accesi della polemica contro il concetto corrente di nobiltà: D. a questo punto attribuisce a un presunto avversario un concetto così balordo che gli sarà poi facile farlo naufragare nel ridicolo con la successiva argomentazione: se l'avversario... dicesse che la nobilitade si comincerà in quel tempo che si dimenticherà [" non sarà tenuto in conto, considerato ": si noti il costrutto con il ‛ si ' passivante] lo basso stato de li antecessori, rispondo che... (Cv IV XIV 5).

In Fiore CCXXVIII 7 vale, nel doppio senso osceno, " dimenticare di prendere una cosa ": un bordon noderuto v'apportai, / e la scarsella non dimenticai.

Vocabolario
dimenticare
dimenticare v. tr. [lat. tardo dementicare, der. di mens mentis «mente»] (io diméntico, tu diméntichi, ecc.). – 1. tr. a. Perdere, anche temporaneamente, la memoria di una cosa, non ricordare: d. il passato, il nome di una persona, l’indirizzo,...
dimenticanza
dimenticanza s. f. [der. di dimenticare]. – Il fatto di dimenticare, d’aver dimenticato, non in sé stesso, ma in quanto ha come conseguenza che si ometta o si trascuri qualche cosa: la d. dei proprî doveri; ho mancato alla promessa per...
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