DINAMICA ECONOMICA (XII, p. 872)
ECONOMICA L'interesse per le ricerche di economia dinamica è straordinariamente cresciuto in questo ultimo decennio. Lo stimolo ad approfondire la conoscenza delle leggi di variazione delle quantità economiche non è stato soltanto di natura teoretica, ma è venuto anche dalla necessità di cercare razionali impostazioni alle politiche economiche vincolistiche, assurte a fenomeno di rilevanza generale.
I piani economici non sono razionalmente concepibili e attuabili senza un'adeguata conoscenza delle leggi del movimento ciclico. I tentativi per conseguire siffatta conoscenza hanno una tradizione secolare, ma ora, più che all'analisi deduttiva delle possibili cause dei cicli - arricchitasi recentemente di opere cospicue come quelle di G. Haberler, di J. Schumpeter e di M. Fanno - l'attenzione dei ricercatori è rivolta alla misurazione quantitativa della durata e dell'ampiezza delle fasi cicliche, con la speranza di estrarre dalle numerose analisi induttive uniformità generali che servano alla previsione dei futuri andamenti ciclici.
ll trattamento statistico delle serie storiche ha suscitato una imponente letteratura metodologica, il cui intento fondamentale è di ridurre l'arbitrio del ricercatore nell'estrarre dalle serie storiche, generalmente costituite da statistiche cumulative, le corrispondenti serie dinamiche, concepite come l'espressione quantitativa di singole cause o complessi di cause, aventi permanenza nel tempo e legate fra loro da nessi funzionali. La scuola italiana ha portato in quest'ordine di ricerche un vigoroso contributo di critica e di elaborazione sistematica, con gli studî di G. Demaria e di altri che si ricollegano direttamente alle sue indagini. La teoria statistica delle serie dinamiche comporta tre grandi rami di ricerche: la disintegrazione delle serie storiche in serie dinamiche; la determinazione delle leggi di dipendenza funzionale, di causa, d'interdipendenza e di solidarietà nel movimento delle varie serie dinamiche; il problema, infine (oggi più specialmente studiato), dell'inferenza generalizzata, cioè dell'estensione al futuro di uniformità che ebbero valore nel passato.
Non sono mancate inoltre ricerche di economia dinamica improntate a tutt'altro metodo. Si può dire anzi che ancora oggi è prevalente in questo campo l'indirizzo tradizionale, che coltiva la preparazione di modelli teorici, privi di riferimento a situazioni empiricamente accertate. Il principio unificatore di queste ricerche è l'introduzione della variabile tempo nelle relazioni funzionali, predisposte per individuare situazioni di equilibrio. La nozione di equilibrio dinamico di un intero sistema economico resta ancora assai incerta e inafferrabile per la sua complessità, ma, nella speranza di pervenirvi dopo un lungo lavorio di preparazione, si procede per esplorazioni parziali, tentando di volta in volta di costruire schemi di relazioni formali fra un limitato numero di variabili economiche caratterizzanti particolari processi temporali. Il simbolismo matematico domina questo ordine di ricerche, che è limitato alla formulazione d'ipotesi varie, corrispondenti a una casistica sottile e, per sua stessa natura, inesauribile. Un moto di scetticismo si è manifestato in questi ultimi anni intorno alla possibilità di serrare in schemi matematici il fluire della vita economica. Qualche utile sussidio si spera di trovare nelle applicazioni sempre più diffuse del calcolo delle probabilità, ma anche per questa via non sono stati ancora gettati solidi ponti fra le costruzioni formali e i problemi empirici.
Bibl.: G. Demaria, Osservazioni sulla teoria statistica delle serie dinamiche, in Giornale degli economisti, 1935; id., Correlazioni economiche nel tempo, in Rendiconti del Seminario matematico e fisico, Milano 1936; id., Prime linee di economia dinamica, Milano, Università Bocconi, anno accad. 1938-39; id., Le basi logiche dell'economia dinamica nel clima scientifico odierno, in Giornale degli economisti, 1939; id., In margine a talune ricerche di econometrica, ibid., 1947; A. Bordin, Il significato di alcune moderne teorie matematiche della dinamica economica, ibid. 1935; G. von Haberler, Prosperité et dépression, Ginevra 1937 (pubbl. della S.d.N.); J. A. Schumpeter, Business Cycles, 2 voll., New York 1939; J. Tinbergen, Vérification statistique des théories des cycles économiques, Ginevra 1939 (pubbl. della S.d.N.); L. Amoroso, La dinamica dei redditi, in Riv. ital. di sc. econ., 1938; id., La teoria matematica del programma economico, in Cournot nella economia e nella filosofia, Padova 1939; id., Meccanica economica, Bari 1948; W.C. Mitchell, Measuring Business Cycles, New York 1946 (pubbl. del National Bureau of Economic Research); M. Fanno, La teoria delle fluttuazioni economiche, Torino 1947. Da vedersi anche i numerosi studî raccolti nelle quindici annate della rivista Econometrica, edita dall'Università di Chicago, e in particolare quelli dovuti a R. Frisch, G. Tintner, T. Haavelmo, Lawrence, R. Klein, W. Leontief, P. A. Samuelson, M. Fréchet, G. F. Roos.