DINKHA TEPE
Antica località dell'Iran situata a poche miglia a E di Ušnu (oggi Ušnuviye), a SO del lago di Urmia. I resti furono messi in luce, nella metà degli anni '60, dall'University Museum of Pennsylvania di Filadelfia e dal Metropolitan Museum of Art di New York in collaborazione con il Servizio Archeologico dell'Iran. Il sito, già individuato e in parte saggiato da A. Stein, fa parte di un insieme di località, che è stato oggetto di ricerca del c.d. Hasanlu Project, il cui scopo era l'esplorazione del sistema insediativo delle valli di Solduz e di Ušnu nell'Azerbaigian occidentale, dall'Età del Bronzo a quella del Ferro; un'area culturalmente unitaria che aveva costituito la via privilegiata d'accesso all'altopiano da NO. La collina di D.T., la cui estensione massima è di 400 m e la cui altezza raggiunge quasi i 20 m, ha rivelato quattro diversi periodi di occupazione: il I, di epoca islamica, con scarsi e frammentari resti di sepolture; il II, corrispondente all'Età del Ferro II in area iranica con tracce architettoniche e un'area cimiteriale; il III, corrispondente all'Età del Ferro I e al periodo V di Hasanlu (1250-1000 a.C.), con un'area cimiteriale coincidente con quella del periodo II; il IV, relativo alla tarda Età del Bronzo e al periodo VI di Hasanlu (1600-1250 a.C.), nel quale è stata rinvenuta la ceramica dipinta del tipo «Khābūr», caratteristica della Mesopotamia del Nord dell'inizio del II millennio a.C.
Le 33 tombe del periodo III (23 a inumazione semplice, 10 con suddivisioni interne in mattoni crudi, 6 a lastre di pietra e 19 urne con scheletri di infanti) presentano caratteristiche tipologiche molto simili tra loro rivelando un'omogeneità culturale tra le prime due Età del Ferro già riscontrata in altri siti dell'area nordoccidentale dell'altopiano iranico. Tale omogeneità è confermata dalla cultura materiale presente, con i caratteristici vasi a versatolo senza ansa, i bicchieri a piedistallo e le coppe a profilo obliquo che si distribuiscono egualmente in entrambi i periodi. Del periodo più antico vanno segnalate alcune armi e un sigillo a cilindro in ceramica invetriata con disegno di tipo mitannico, mentre di quello più recente, numerosi esempì di gioielleria in ferro e bronzo. Del periodo più recente sono le tre fornaci e i resti di muri appartenenti a un edificio con le caratteristiche di un palazzo fortificato di notevole dimensione (lato N-S 18 m, lato E-O oltre 12 m); ambienti rettangolari contigui erano delimitati su ciascuno dei lati più corti da altri ambienti quadrangolari. Il rinvenimento in uno di questi ambienti di due lastre di pietra di 50 x 30 cm fece pensare a basi di colonne e quindi alla possibilità di una sala colonnata, i cui confronti più prossimi risultavano gli «edifici bruciati» di Hasanlu o il palazzo fortificato di Bābā Jan; quest'ultimo, da un punto di vista planimetrico, presenta più di una caratteristica comune con l'edificio di Dinkhā Tepe. Il rinvenimento di una tomba del periodo II con resti di uno scheletro di cavallo e un morso in ferro arricchisce di un altro esempio la problematica connessa a tale pratica, già testimoniata, in territorio iranico, a Godin Tepe per l'Età del Bronzo e a Hasanlu, Marlik e Bābā Jan per quella del Ferro. Nei livelli del periodo IV fu rinvenuta una grande quantità di ceramica dipinta del tipo «Khābūr». La presenza di tale ceramica, trovata approssimativamente nella stessa area dove Stein aveva fatto i suoi saggi, contribuisce a chiarire quelle relazioni esistenti, in un periodo così poco documentato dalle fonti scritte, tra lo Zagros e la steppa mesopotamica.
Bibl.: A. Stein, Old Routes of Western Iran, Londra 1940, pp. 366-376; R. H. Dyson, Dinkhā Tépé, Excavation Report, in Iran, V, 1967, pp. 136-137; O. W. Muscarella, Excavations at Dinkhā Tépé 1966, in BMetrMus, n.s., XXVII, 1968, pp. 187-196; R. H. Dyson, Preliminary Report on Work Carried out During 1968 by the Hasanlu Project in Azerbaigian, in Bāstānsenāsi va Honar-e Iran, II, 1969, pp. 15-19; id., A Decade in Iran, in Bulletin of the University Museum of Pennsylvania, XI, 2, 1969, pp. 43-44; R· H. Dyson, O. W. Muscarella, M. M. Voigt, Hasanlu Project 1968, in Iran, VII, 1969, pp. 179-181; C. Hamlin, The Habur Ware Ceramic Assemblage of Northern Mesopotamia, An Analysis of Its Distribution (diss., University of Michigan 1971); id., The Early Second Millennium Ceramic Assemblage of Dinkhā Tépé, in Iran, XII, 1974, pp. 125-153; O. W. Muscarella, The Iron Age at Dinkha Tépé, Iran, in MetrMusJ, IX, 1974, pp. 35-90; A. S. Gilbert, P. Steinfield, Faunal Remains from Dinkhā Tépé, in JFieldA, IV, 3, 1977, p. 329 ss.; M. Edwards, «Urmia Ware» and Its Distribution in North-Western Iran in the Second Millennium B.C.: A Review of the Results of Excavations and Surveys, in Iran, XXIV, 1986, pp. 57-77.