DINOMENIDI
La famiglia dei Dinomenidi proveniva dalla piccola isola di Telo, presso Rodi. Di lì passò a Gela, in Sicilia. Particolare dignità le conferiva il sacerdozio di Demetra e Core, che era in essa ereditario. Un suo membro, Gelone figlio di Dinomene, già comandante della cavalleria durante la tirannide d'Ippocrate, successe a lui nel governo di Gela l'anno 491 a. C., e, riprendendo i piani di Ippocrate, riuscì a impadronirsi di Siracusa. Gelone aveva tre fratelli, Gerone, Polizelo e Trasibulo. Gerone, il maggiore fra essi, gli succedette nella signoria di Siracusa. Il terzogenito Polizelo deve essere premorto a Gerone. Alla morte di Gerone (466) il successore Trasibulo, il fratello più giovane del tiranno, fu combattuto dal partito che voleva erede al trono il figlio giovanetto di Gerone. Trasibulo dopo 11 mesi di governo dovette capitolare e fu esiliato a Locri, ove visse tranquillo come privato cittadino. A Siracusa la tirannide fu abbattuta. L'ultimo dei Dinomenidi, Dinomene figlio di Gerone, che ancora fanciullo il padre aveva fatto signore della colonia militare di Etna da lui fondata, fu una delle prime vittime della guerra nazionale dei Siciliani indigeni, sotto il re Ducezio, contro i Greci dell'isola (circa 451). Fra i Dinomenidi, fondandosi sui dati di Diodoro, il Beloch stabilisce la seguente eronologia: Gelone, tiranno a Gela (491-485); Gelone, tiranno a Siracusa (485-478); Gerone (478-466); Trasibulo (466-465).
Alla famiglia dei Dinomenidi probabilmente doveva la sua origine Gerone figlio di Ierocle, tiranno di Siracusa nel sec. III: come afferma Giustino e come c'induce a credere il ritornare dei nomi Gelone e Damarete nei figli di lui.
Bibl.: A. Holm, Storia della Sicilia nell'antichità, traduz. italiana, Torino 1896, I; E. Freeman, The History of Sicily, Oxford 1891-94; L. Pareti, Studi siciliani ed italioti, Firenze 1914, p. 28 segg.; J. Beloch, Griechische Geschichte, 2ª ed., II, ii, Strasburgo 1916, p. 162 segg.; K. Ziegler, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., s. 2ª, II, coll. 2496 segg., s. v. Σικελια.