DIO di Pieria (Δῖον, Dium)
Antica città macedonica, non grande, ma importante perché situata in posizione strategica, alle pendici settentrionali dell'Olimpo, a guardia d'uno stretto passo che conduce alla valle dell'Europo in Perrebia, evitando la valle di Tempe. Tale passo fu seguito, per es., da Brasida. Dio, inoltre, distante appena quattro chilometri dalla costa occidentale del Golfo Termaico, dominava anche tutta la pianura sottostante e il tratto di spiaggia a cavallo fra la Macedonia e la Tessaglia. Le sue rovine giacciono presso il villaggio di Malathria: notevoli soprattutto quelle d'un teatro; degl'insigni monumenti che l'adornavano nell'antichità, si fa menzione soprattutto d'un gruppo di Lisippo trasportato da Metello a Roma, rappresentante i cavalieri macedoni uccisi al Granico. La città, distrutta dagli Etoli, e nel 169 piazzaforte di Perseo, si riebbe presto e fu un'importante colonia romana; solamente in epoca romana batté moneta propria.
Bibl.: W. M. Leake, Travels in Northern Greèce, III, Londra 1835, p. 409 segg.; L. Heuzey, Le Mont Olympe et l'Acarnanie, Parigi 1860, p. 113; id., e M. Daumet, Mission archéologique de Macédoine, Parigi 1864 segg., p. 267 segg.; Philippson, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., V, col. 833; G. Sotiriadis, in Πρακτικὰ τῆς εν Αδήναις ἀρχαιολογικῆς ἑταιρείας, 1920, p. 59 segg.; cfr. S. Casson, Macedonia, Thrace and Illyria, Oxford 1926.