DIODATI
Famiglia ginevrina, oriunda di Lucca. Due dei suoi membri lasciarono Lucca dove erano stati condannati a morte per eresia e ribellione. Carlo (1541-1625) nel 1572 acquistò la cittadinanza ginevrina e, nell'anno seguente, divenne membro del consiglio dei Duecento. Suo figlio Giovanni (1576-3 ottobre 1649) professore di teologia, salì in rinomanza per la sua traduzione della Bibbia (v. VI, p. 902) in italiano (1603) e in francese (1644). Di lui esiste una Brève relation de mon voyage à Venise en septembre 1608. Edoardo (1789-1860) fu un eccellente professore di teologia. Aloisio (1828-1895) fu colonnello, console generale di Grecia, pianista, compositore. Pompeo, cugino di Carlo (1542-1 novembre 1602), convertito al protestantesimo dalla madre Elisabetta Arnolfini, divenne nel 1576 cittadino di Ginevra e nel 1584 membro del consiglio dei Duecento. Tra i suoi discendenti merita particolare menzione Francesco (1647-1690), pittore di miniature e incisore. L'ultimo degno di nota della famiglia fu Giovanni (1732-1807), conte dell'Impero, ministro del duca di Mecklenburg-Schwerin a Parigi.
Bibl.: I. B. G. Galiffe, Notices généalogiques, II, Ginevra 1829 segg.; De Budé, Vie de Jean Diodati, Losanna 1869; A. Milli, Giovanni Diodati, il traduttore della Bibbia, Losanna 1908.